Tumore al seno: anastrozolo batte tamoxifene nella protezione dalle recidive

Tumore al seno: anastrozolo batte tamoxifene nella protezione dalle recidive

Tumore al seno: anastrozolo batte tamoxifene nella protezione dalle recidive
Migliori risultati in termini di sopravvivenza libera da malattia e inferiori tassi di mortalità a seguito di recidiva. Questi i risultati a dieci anni evidenziati dall’inibitore dell’aromatasi in uno studio pubblicato su The Lancet Oncology.

Sono stati pubblicati su The Lancet Oncology i dati di follow-up a 10 anni dello studio ATAC (Arimidex, Tamoxifen, Alone or in Combination) che ha confrontato l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di anastrozolo (un inibitore dell’aromatasi) e tamoxifene (un modulatore selettivo del recettore degli estrogeni), due dei farmaci maggiormente impiegati per la prevenzione delle recidive nelle donne che abbiano subito la rimozione di un tumore al seno.I risultati confermano la superiore efficacia a lungo termine di anastrozolo rispetto a tamoxifene, efficacia che si protrae fino a cinque anni dal termine del trattamento. Lo studio ha infatti evidenziato come, nelle pazienti positive al recettore ormonale e trattate con anastrazolo si registrino migliori risultati nella sopravvivenza libera da malattia (735 contro gli 824 di tamoxifene). Anche i tassi di mortalità a seguito di recidiva inferiori (con 284 eventi nel primo gruppo e 320 nel secondo), sebbene vi sia una scarsa differenza nella mortalità complessiva. Infine, come previsto, nessun miglioramento è stato riscontrato sia nelle pazienti negative per il recettore ormonale sia in quelle con stato non noto per il recettore ormonale.
Per quanto concerne il profilo di tollerabilità, anastrozolo ha mostrato a 120 mesi un risultato in linea con le osservazioni precedentemente emerse dallo studio: non sono state, infatti, riscontrate problematiche relative alla sicurezza.
“I dati a 120 mesi dello studio ATAC rappresentano un nuovo significativo traguardo per l’ormonoterapia del carcinoma mammario”, ha Il commentato Raffaele Sabia, vice-president medical di AstraZeneca Italia. “Per la prima volta, nella terapia adiuvante di questa patologia, si dimostra che il beneficio ottenuto nei 5 anni con anastrozolo si mantiene e aumenta in ampiezza anche nei 5 anni successivi, senza impatti negativi in termini di sicurezza”. 

14 Gennaio 2011

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