Lombardia: medici di medicina generale e specialisti insieme per nuovo modello di sanità territoriale

Lombardia: medici di medicina generale e specialisti insieme per nuovo modello di sanità territoriale

Lombardia: medici di medicina generale e specialisti insieme per nuovo modello di sanità territoriale
La parola d’ordine è integrazione. Collaboreranno sul territorio per la presa in carico del paziente cronico in un’ottica di medicina di iniziativa più che di attesa. Inoltre, per contenere la spesa sanitaria, sarà incentivato un maggiore utilizzo di farmaci generici. Di questo si è discusso stamani all’interno del convegno promosso dalla Regione Lombardia in collaborazione con Sumai e Teva ratiopharm dal titolo ‘Integrazione tra i vari attori della Sanità territoriale: prospettive di sviluppo’, svoltosi presso il Palazzo della Regione Lombardia a Milano.

Più integrazione e una più stretta collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti, in modo da potenziare un’assistenza sul territorio votata alla prevenzione e al farsi carico a 360° del paziente cronico. Partendo dall’ultimo Accordo collettivo nazionale siglato dai medici di medicina generale e della specialistica ambulatoriale, si è parlato di questo oggi a Milano, all’interno del convegno promosso dalla Regione Lombardia in collaborazione con Sumai e Teva ratiopharm dal titolo ‘Integrazione tra i vari attori della Sanità territoriale: prospettive di sviluppo’. Il ruolo fondamentale per attuare questa vera e propria riforma assistenziale spetta dunque a quegli operatori sanitari impegnati sul territorio, alla loro collaborazione e all’integrazione delle loro competenze. L’attuazione di questo nuovo modello, come sottolineato in un messaggio di saluti anche dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, non solo sarà “necessario per un problema demografico legato all’invecchiamento della popolazione, e dunque per una più adeguata erogazione delle prestazioni sanitarie”, ma avrà la sua importanza anche a livello di “sostenibilità” permettendo una riduzione dei posti letto ed un minore intasamento dei pronto soccorso.
La Lombardia in particolare è tra le Regioni che si stanno muovendo più velocemente in questa direzione, come dimostrano le Regole 2011 sulla Sanità della Regione, che prevedono la creazione di strutture complesse per le cure primarie al paziente cronico.
“Certamente la sanità lombarda – ha sottolineato il presidente del sindacato unico di medicina ambulatoriale Sumai-Assoprof, Giuseppe Nielfi – rappresenta un modello di riferimento per altre regioni italiane, anche per quanto riguarda la gestione del territorio. In questa direzione vanno le nuove regole regionali per il 2011, in cui viene previsto un rafforzamento delle strutture complesse per le cure primarie, dove medici specialisti e medici di medicina generale possano insieme costruire percorsi organizzativi che puntino alla presa in carico dei pazienti cronici.”
Più in generale Mauro Martini, Coordinatore nazionale Sumai-Assoprof Medicina generale, ha parlato di questo convegno come di un “occasione unica per impostare quei cambiamenti che possono trasformare l’assistenza territoriale, ovvero l’unione della medicina generale e della specialistica ambulatoriale, da medicina d’attesa a medicina di iniziativa”. Ed è proprio da questi cambiamenti prospettati che ci si attende importanti benefici anche in termini logistici, “siamo infatti convinti – ha fatto sapere il segretario generale Sumai-Assoprof, Roberto Lala – che l’introduzione di questo  sistema assistenziale territoriale permetterà di ridurre le liste d’attesa, limitare gli accessi impropri al Pronto soccorso, che sono circa il 20-30% dei totali e attuare processi diagnostici-prescrittivi sempre più appropriati”.
Sempre in quest’ottica non mancheranno anche miglioramenti di tipo economico, e dunque una gestione sempre più efficiente delle risorse disponibili. Su questo tema un ruolo importante sarà giocato anche dai farmaci, e, più nello specifico, dai farmaci generici. Come ha infatti sottolineato Giorgio Foresti, amministratore delegato di Teva Italia e presidente di Assogenerici, “in Italia oggi solo il 10% delle unità di farmaci vendute è un generico, contro una media europea del 50%. Tali farmaci – ha proseguito – hanno già contribuito in modo importante alla riduzione della spesa sanitaria, come dimostrano i recenti dati diffusi da Federfarma, secondo i quali la spesa farmaceutica convenzionata netta a carico del Ssn da gennaio a ottobre 2010 ha fatto registrare una diminuzione dell'1% rispetto allo stesso periodo del 2009, a fronte di un aumento del numero delle ricette del 2,6%. Il risparmio per il sistema sanitario – ha concluso – potrebbe però aumentare in modo determinante se questi farmaci fossero più diffusi: se le aziende produttrici avranno accesso a volumi di produzione maggiori, potranno contrarre in modo significativo il costo del prodotto, innescando un circolo virtuoso conveniente per il Sistema Sanitario.”
 

04 Febbraio 2011

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