Unioni civili e maternità surrogata. Scintille tra Ricciardi e De Biasi. Il presidente dell’Iss: “D’accordo con Lorenzin su rischio utero in affitto”. La senatrice Pd: “Non dia patenti di moralità a senso unico”

Unioni civili e maternità surrogata. Scintille tra Ricciardi e De Biasi. Il presidente dell’Iss: “D’accordo con Lorenzin su rischio utero in affitto”. La senatrice Pd: “Non dia patenti di moralità a senso unico”

Unioni civili e maternità surrogata. Scintille tra Ricciardi e De Biasi. Il presidente dell’Iss: “D’accordo con Lorenzin su rischio utero in affitto”. La senatrice Pd: “Non dia patenti di moralità a senso unico”
Polemica a distanza a suon di dichiarazioni tra il presidente dell’Istituto superiore di sanità e la presidente della Commissione Sanità del Senato dopo che Ricciardi aveva condiviso le posizioni del ministro sul fatto che il vecchio testo Cirinnà potesse dare luogo al ricorso alla maternità surrogata. Per De Biasi questa pratica è invece già vietata dalla legge italiana e bisogna evitare facili strumentalizzazioni

“Vorrei  rendere noto al professor Ricciardi, per la stima che ho nei suoi confronti, che in Senato è depositata una mozione del Pd, a firma Finocchiaro, e da me sottoscritta, che non solo condanna la pratica della maternità surrogata, ma avanza anche proposte concrete per eliminare una pratica di sfruttamento del corpo delle donne”. Replica così Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato, alle affermazioni  del Presidente dell'Istituto superiore di Sanità Walter Ricciardi che all’agenzia di stampa Dire si era dichiarato “completamente d'accordo con il ministro della Salute Lorenzin” sul tema della maternità surrogata.
 
“La mia posizione- ha detto Ricciardi – è quella di tutelare, come mi pare oggi succederà, le unioni civili e garantire pieni diritti alle coppie indipendentemente dalla loro condizione. Ma sono assolutamente contrario a ogni pratica surrettizia per l'introduzione dell'utero in affitto, perché non essere molto chiari in questo meccanismo, come dice anche il ministro, può aprire ad una pratica che è disumana”.
 
Tanto più che oggi – ha ricordato Ricciardi – “ci sono dei metodi assolutamente sicuri e scientifici per la procreazione medicalmente assistita, per la tutela della gravidanza e per cercare di aiutare le mamme e le famiglie ad avere figli". Ma tutto ciò, conclude il presidente dell’Iss, è “cosa ben diversa da autorizzare determinate pratiche che poi portano a condizioni di gravissima difficoltà umana e anche di inaccettabilità dal punto di vista della dignità”.
 
Parole che non hanno convinto la presidente De Biasi che ricorda prima di tutto che “in Italia la maternità surrogata è già  vietata dalla legge 40, articolo 12, comma 6”. La senatrice Pd, inoltre, sottolinea che “in moltissimi interventi nel dibattito in Aula in Senato dalle più diverse tendenze culturali, compreso il mio, sono state spese parole di netta contrarietà  verso il ricorso al cosiddetto 'utero in affitto', che preferirei  venisse definito con linguaggio scientifico maternità surrogata”.
 
“Stupisce pertanto che proprio il Professor Ricciardi  – prosegue De Biasi – si eserciti nel dare patentini di moralità a senso unico, quasi che il Ministro Lorenzin fosse depositaria di chissà quale primazia etica, che peraltro non si misura dalla quantità di comunicati stampa e di interviste”.
 
Secondo la senatrice PD, "le cose non stanno così. Non confondiamo la propaganda di parte con temi che dovrebbero essere elemento di unione e non di divisione, e che richiedono nettezza nella condanna della commercializzazione del corpo femminile, e nel contempo finezza di argomentazione nel delicato rapporto fra natura e cultura, fra  scienza e diritto. Avremo modo di discuterne nella riforma della Legge 40, a mia prima firma, già incardinata in Commissione sanità. Argomento quest'ultimo che non dovrebbe sfuggire al Presidente del prestigioso Istituto Superiore di Sanità, forse male informato, a cui consiglio maggiore prudenza  e autonomia, che in assoluto, nell'esercizio di rilevanti ruoli istituzionali  vanno sempre coniugate a una certa dose di sobrietà”.
 
Oggi, conclude la Presidente della Commissione Sanità,  “è  un giorno storico in cui il Senato si appresta a votare   una legge di civiltà  per le donne e gli uomini del nostro Paese, qualunque sia il loro orientamento sessuale, in nome del valore morale del rispetto delle persone che, spero, ci possa unire”.

25 Febbraio 2016

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