È ora di siglare un Patto per il Sociale e per i diritti di cittadinanza

È ora di siglare un Patto per il Sociale e per i diritti di cittadinanza

È ora di siglare un Patto per il Sociale e per i diritti di cittadinanza
Non si tratterebbe di una semplice intesa dai contenuti generici, ma di un atto amministrativo complesso strutturato in modo da ordinare e coordinare le principali misure di livello nazionale che, quando è necessario, può prevedere ulteriori provvedimenti attuativi dedicati alle singole misure specifiche.

E’ imminente l’avvio operativo del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA), la misura dedicata al contrasto per la povertà prevista dalla legge di stabilità 2016 e finanziata con circa 750 ml. di euro. Si tratta del primo intervento di questo genere esteso a tutto il territorio nazionale, in queste settimane sono in via di ultima definizione la tipologia dei destinatari, l’entità del sostegno, le modalità di accesso e di erogazione, le azioni per il rafforzamento dei servizi professionali. Su questi aspetti operativi è atteso un decreto specifico, mentre il percorso professionale di presa in carico è già stato definito con un atto apposito.

La misura sul SIA va ad aggiungersi ai due fondi nazionali principali: il Fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS) dotato per il 2016 di circa 300 ml. di euro;  e il Fondo per la non-autosufficienza (FNNA) dotato per il 2016 di circa 400 ml. di euro. A questi fondi va aggregata tutta una serie di misure specifiche già previste e finanziate ed altre in corso di discussione. Ciascuna misura, generale o specifica che sia, è regolata da uno o più atti specifici.

Solitamente l’accesso alle prestazioni generate da queste misure è regolato dal nuovo Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) che misura la condizione economica dei nuclei familiari. Le modifiche apportate in seguito al decreto ‘Salva Italia’ del 2011 hanno fatto evolvere lo strumento che è stato ristrutturato in modo da comprendere tutti i redditi, anche quelli esenti Irpef, e un nuovo bilanciamento con la parte patrimoniale. E’ stato anche elaborato un articolato complesso di franchigie e di parametri di equivalenza in relazione alle singole caratteristiche del nucleo familiare e della tipologia dei servizi a cui si accede. Recentemente gli aspetti relativi alla disabilità sono stati rimessi in discussione da alcune sentenze amministrative, per cui questa parte sarà rapidamente sottoposta a modifiche transitorie. Nel complesso, tuttavia, è ragionevole pensare ad un nuovo DPCM che rivisiterà più in profondità i criteri e i meccanismi di determinazione dell’indicatore ISEE.  

Dalla fine del 2014 è attivo il programma, molto particolare e complesso, dedicato alla creazione del Casellario Assistenziale già previsto dalla l. 122/2010. Presso l’INPS viene aperta una posizione per ciascuna persona che riceve una prestazione assistenziale e previdenziale da un qualsiasi ente pubblico (oltre che dagli organismi non profit). Il casellario include i dati anagrafici, la composizione familiare, le condizioni economiche, la natura e il valore delle prestazioni ricevute, la tipologia dei bisogni assistenziali a cui si risponde. E’ diviso in tre sezioni (prestazioni sociali, prestazioni sociali agevolate, valutazioni multidimensionali) e si riferisce ad ambiti di diverso genere: socioassistenziale, sociosanitario, istruzione, servizi locali, trasporto, sanità, per fare alcuni esempi. Le prestazioni socioassistenziali e sociosanitarie alimentano il casellario attraverso tre diversi flussi informativi dedicati alla non-autosufficienza, all’infanzia-adolescenza e alla povertà. Il programma riveste un’importanza strategica per l’intero insieme nazionale dei servizi sociali, di fatto andrà a costituire il sistema informativo sociale previsto a suo tempo dalla l. 328/2000, e sottopone ad un duro sforzo organizzativo gli enti che devono alimentare il casellario. La sua messa in opera esige una complessa produzione di atti amministrativi di varia entità e portata.

Questa brevissima disamina di alcune delle misure principali in atto, pur nella sua limitatezza, è già sufficiente per evidenziare le difficoltà legate all’estrema articolazione dei singoli provvedimenti che le alimentano. Si tratta di norme legislative, decreti di livello ministeriale, provvedimenti attuativi, che si inseguono incessantemente lungo il corso dell’anno recando norme generali, disposizioni applicative, regolamenti, processi professionali, flussi informativi, adempimenti amministrativi. Sul piano squisitamente tecnico emerge con estrema chiarezza l’esigenza di dare sistematicità all’insieme dei provvedimenti evitando così sovrapposizioni, mancati coordinamenti, parziali contraddizioni, vuoti involontari.

A questo scopo è forse possibile pensare alla costruzione di uno strumento simile al ‘Patto per la salute’, al netto del differente assetto delle competenze dei vari livelli amministrativi nelle materie socioassistenziali. Ovviamente non si tratterebbe di una semplice intesa dai contenuti generici, ma di un atto amministrativo complesso strutturato in modo da ordinare e coordinare le principali misure di livello nazionale che, quando è necessario, può prevedere ulteriori provvedimenti attuativi dedicati alle singole misure specifiche.
 
Comporre un Patto per il Sociale, tuttavia, costituirebbe un fatto legato alla produzione delle politiche di settore e non un semplice costrutto tecnico. Per raggiungere questo obiettivo sarebbe indispensabile una forte azione di condivisione e di mediazione tra i livelli centrali dello stato, le amministrazioni regionali e le amministrazioni comunali, cosicché questa potrebbe anche essere l’occasione per varare finalmente una vera modalità di confronto permanente e strutturato tra i tre diversi livelli di governo in queste materie. Quello che più conta, difatti, sarebbe cogliere la possibilità offerta da uno strumento di questo tipo per ricomporre una visione complessiva e molto più evoluta delle politiche sociali in atto, potendo sviluppare all’interno di un quadro completo e coerente le scelte e le priorità generali, le misure specifiche da attuare, la dotazione delle risorse, i meccanismi operativi.

 
Michelangelo Caiolfa
Federsanità-Anci Toscana

Michelangelo Caiolfa (Federsanità-Anci Toscana)

07 Giugno 2016

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