Non ce l’ha fatta Vania Vannucchi. E’ morta ieri l’operatrice sociosanitaria dell’Aou Pisana aggredita martedì a Lucca, cosparsa di benzina e data alle fiamme dall’ex compagno. Una vicenda che ha indotto la Regione a tornare ad accendere i riflettori sulla violenza contro le donne e sulla necessità di intervenire per fermare il fenomeno. “Di fronte a questo femminicidio come di fronte alle altre innumerevoli violenze sulle donne, dobbiamo combattere”, ha commentato in una nota il presidente della Toscana Enrico Rossi.
“Le leggi ci sono e gli strumenti pure. Dobbiamo isolare e punire gli uomini violenti – prosegue Rossi – e dobbiamo aumentare la prevenzione, non solo per riconoscere e arrestare quelle dinamiche che sfociano in violenza, ma anche per aiutare tutte le donne ad ogni età a denunciare, a non trascurare segni premonitori, senza farle sentire sole”.
La Regione fornisce poi alcuni dati sulle violenze registrate nella Regione. In Toscana nel 2014 sono stata uccise 12 donne e dal 2006 le vittime sono state 77. “La Toscana – ricorda la Regione nella nota – ha un osservatorio, l'Osservatorio sociale regionale, che analizza tra l'altro la violenza di genere e cura rapporti annuali specifici con la preziosa collaborazione dei Centri antiviolenza, strutture private che operano nei territori”.
In Toscana prosegue anche l'esperienza del Codice Rosa, avviato come progetto pilota nel 2010 e che consente l'accesso prioritario al pronto soccorso per tutte le vittime di violenze con una stanza dedicata e un team di medici, infermieri e psicologi che si affianca alle forze dell'ordine. Nel 2015 sono stati oltre 3.049 (2.623 adulti e 426 minori) gli accessi per Codice Rosa nei pronto soccorso della Toscana: 2.877 per maltrattamenti (2.504 adulti e 373 minori); 147 per abusi (94 adulti e 53 minori); 25 per stalking (solo adulti).
“Il progetto regionale del Codice Rosa – spiega l'assessore al diritto alla salute e al welfare della Toscana Stefania Saccardi – contribuisce all'emersione del fenomeno dei maltrattamenti e abusi commessi nei confronti delle fasce deboli della popolazione: donne, ma anche bambini, anziani, persone vittime di abusi e discriminazioni sessuali. Il lavoro di squadra che mette in rete tante competenze diverse – medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistratura, forze dell'ordine, associazioni, centri antiviolenza – si è dimostrato molto efficace nel far emergere gli episodi di violenza, dare sostegno alle vittime e perseguire i responsabili”.
La nota regionale ricorda quindi che dall'inizio del 2016 nella Asl Toscana Centro è partita una sperimentazione “che ha migliorato e reso più efficace il progetto del Codice Rosa, introducendo un servizio che consente di seguire e assistere sul piano sociale e psicologico le persone vittime di violenza che si sono presentate al pronto soccorso. la Regione ha destinato 70.000 euro per questa sperimentazione, prevedendo anche il proseguimento delle attività formative a carattere regionale, per garantire la formazione del personale delle aziende che opera nell'assistenza, cura e tutela delle persone vittime di violenza nell'ambito del progetto Codice Rosa”.
“A partire dalla positiva esperienza della Asl di Empoli – spiega ancora Stefania Saccardi – abbiamo voluto potenziare il progetto del Codice Rosa, avviando questa sperimentazione della durata di un anno sul territorio dell'intera Asl Toscana Centro. Abbiamo attivato un servizio di secondo livello per l'emergenza urgenza sociale: un pronto intervento sociale e psicologico, rivolto specificamente a bambini e adolescenti, adulti, donne in particolare, diversamente abili e anziani, assicurando il raccordo tra le aziende sanitarie, i Comuni, le Società della Salute, per garantire la continuità della presa in carico, sviluppando e migliorando la funzione di raccordo tra i servizi socio-sanitari”.