VI Forum Risk Management. Milillo: “Riformare il territorio partendo dai medici”

VI Forum Risk Management. Milillo: “Riformare il territorio partendo dai medici”

VI Forum Risk Management. Milillo: “Riformare il territorio partendo dai medici”
Il segretario della Fimmg è intervenuto proprio sul tema delle cure primarie e ha chiarito come la riforma dell'art. 8 della legge 502 “non è la vera e propria riforma ma è un passaggio che serve a cambiare la medicina generale in modo che diventi più funzionale ai nuovi modelli d'integrazione”.

Al Forum Risk Management di Arezzo la Fimmg ha illustrato le sue linee guida in merito alla nuova organizzazione delle cure primarie. Il segretario Giacomo Milillo ha subito specificato come ”l'attuale modello della medicina generale sia inadeguato per rispondere all'esplosione anagrafica e delle cronicità anche perché vi è una carenza di risorse per lo sviluppo. ”. Ma il segretario Fimmg è andato oltre e affrontato il tema delle aggregazioni funzionali. “Noi abbiamo chiesto che nel testo venga inserita l'obbligatorietà a far parte nell'AGF perché riducono drasticamente il numero degli interlocutori – ha detto – ma ciò non vuol dire che la convenzione sia demandata ad altre strutture, la convenzione sarà sempre con il singolo professionista. Semmai c'è bisogno di regolamentare le Società di servizio. In quest'ottica come categoria stiamo costruendo il sistema dei confidi che è un sistema di tassazione agevolata in cui è il professionista che usa la società di servizio senza fini di lucro”. Milillo, sul tema vede di buon occhio ciò che sta succedendo in Lombardia con il modello dei Creg. “E' stata attivata una sperimentazione dedicata ai medici e lì si sta studiando il ruolo delle società di servizio nella gestione di percorsi diagnostici terapeutici i cui i registi però, sono i medici.”. Per il segretario della Fimmg il futuro modello di cure primarie dovrà basarsi fondamentalmente su due pilastri: il medico di famiglia e un punto fisico dove viene svolta un'assistenza su misura del paziente. Per fare ciò è chiaro che occorre costruire un raccordo con gli specialisti e gli ospedalieri e le Aggregazioni funzionali possono essere un prezioso strumento proprio perché filtra e riduce gli interlocutori riuscendo al contempo a definire delle strategie comuni”.

22 Novembre 2011

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