Certificazione delle competenze infermieristiche specialistiche, percorsi formativi mirati, aggiornamento delle linee guida regionali.
È quanto chiede il Gruppo di lavoro toscano dell’Opi incentrato su cure nefrologiche, dialitiche e di trapianto renale.
“Sentiamo l’esigenza di intervenire nel campo delle cure nefrologiche per la dialisi sia di adulti che di bambini”, ha detto il presidente di Opi Firenze-Pistoia Danilo Massai. “Le nuove tecnologie richiedono l’esigenza di impiegare altre professionalità in questo campo e come ordine degli infermieri abbiamo il dovere di garantire non solo per l’area Firenze e Pistoia, ma a livello regionale, maggiore qualità delle cure per la popolazione. Gli infermieri, dunque, hanno bisogno di crescere sia a livello formativo che per il raggio di professionalità da mettere in campo, invece attualmente non c’è uniformità in Toscana per le cure nefrologiche e la dialisi”.
“La nostra priorità è la certificazione delle competenze infermieristiche (con conseguente diversificazione anche del compenso economico dell’infermiere)”, aggiunge Francesco Rossi, consigliere di Opi Firenze Pistoia e infermiere esperto nell’area nefrologica.
“Chiediamo anche l’aggiornamento delle ultime linee guida nazionali e internazionali dell’area nefrologica, con conseguente confronto e revisione dei protocolli, procedure e buone pratiche, al fine di uniformare quelle toscane. Al momento ci sono troppe diversità. Per fare un esempio pratico, non c’è un percorso comune neanche per la gestione del catetere venoso centrale”, prosegue Rossi.
Inoltre, il gruppo di lavoro continuerà a occuparsi della giornata degli infermieri di area e a chiedere che vengano certificate le competenze avanzate specifiche infermieristiche, attraverso la costituzione di un percorso formativo mirato. In particolare, il gruppo lavora alla richiesta della creazione di un master universitario di primo livello nel campo della dialisi.
“Per approfondire il tema della malattia renale cronica, bisogna lavorare in collaborazione con i medici nefrologici della Toscana, nell’ottica interprofessionale e multidisciplinare, senza sudditanza”, prosegue Rossi. “Occorre anche confrontarsi con le società scientifiche infermieristiche e anche a livello regionale, in particolare sulle dotazioni di personale specialistico di area impiegato nelle aziende sanitarie, dato che su questo argomento al momento esiste solo un piano nazionale. Il confronto è importante anche con le società che si occupano di cure palliative, prendendo in considerazione anche la possibilità che il paziente chieda di essere accompagnato dall’infermiere senza cure a fine vita. Non meno importante è la prevenzione di queste patologie e, in questo, un rilievo viene dato dalla Giornata mondiale del rene, che serve a far sentire la nostra presenza ai cittadini, con screening che si svolgono anche nelle scuole”.