Veneto. Al via sperimentazioni per la gestione dei codici bianchi nei Pronto soccorso

Veneto. Al via sperimentazioni per la gestione dei codici bianchi nei Pronto soccorso

Veneto. Al via sperimentazioni per la gestione dei codici bianchi nei Pronto soccorso
A Belluno e Cortina parte un progetto della durata di un anno che prevede la creazione di un ambulatorio dedicato ai soli codici bianchi. A gestirlo saranno medici di continuità assistenziale che avranno volontariamente aderito all’iniziativa

Che i pronti soccorsi siano, quasi al 50%, raggiunti da pazienti senza urgenza è ormai risaputo. Se poi si volesse ragionare su come gestire meglio i codici bianchi con i vari medici, si potrebbe riorganizzare un intero sistema sanitario.  

Questa premessa perché nei prossimi giorni partirà nel Pronto Soccorso di Belluno e nel punto di primo intervento di Cortina d’Ampezzo un progetto, della durata di un anno, che prevede la messa a disposizione di un primo ambulatorio per soli codici bianchi. 

Questa attività sarà gestita su base volontaria dalle guardie mediche, a supporto della medicina ospedaliera. 

Il contratto, già siglato tra sindacato e Ulss 1 di Belluno, costerà all’azienda poco meno di 350.000 euro con un aumento per i medici impegnati in questo servizio di 32,00 €/h. 

L’accordo tra sindacati e l’Ulss 1 non prevede solo questa novità: sempre le guardie mediche aderenti potranno dare assistenza ai malati terminali nel loro stesso domicilio, ovviamente su richiesta dei famigliari del paziente. La guardia medica che aderirà a questo progetto sarà quindi complementare al medico di famiglia nei giorni di ferie. Sarà onere del medico di guardia informarsi del paziente e/o fare visita presso le case di riposo. 

Lo stesso servizio di snellimento per codici bianchi dovrebbe essere gestito nella Ulss provinciale di Treviso, questa volta dagli infermieri. 

L’appello ad una riorganizzazione del P.S. nasce dallo stesso direttore generale Francesco Benazzi, che nelle scorse settimane ha fatto richiesta direttamente agli infermieri di svolgere determinate mansioni che attualmente sono di competenza esclusiva del medico. 

Il progetto della Uls trevigiana, rispetto alla Uls di Belluno e Feltre è ancora in discussione, ma la disponibilità degli infermieri è stata data e, se sarà riconosciuto il maggior lavoro e la maggiore responsabilità, nulla impedisce l’attuazione del nuovo sistema di gestione dei pronti soccorso trevigiani atteso che in questa categoria, ci sono persone con laurea magistrale oltre che con dei master di primo e di secondo livello. 

Queste nuove mansioni, sia per le guardie mediche che per gli infermieri, servono a ridurre il collo di bottiglia che si forma nei vari punti di primo intervento, al fine di contenere il vero e proprio tasso di ospedalizzazione; inoltre se verrà applicato questo modello, verrà rivista la ri-distribuzione di alcuni compiti tra le varie figure che compongono le diverse equipe nei reparti. 
 
Endrius Salvalaggio

28 Maggio 2018

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