Aids. Alla Conferenza di Amsterdam presentati i nuovi dati su Doravina

Aids. Alla Conferenza di Amsterdam presentati i nuovi dati su Doravina

Aids. Alla Conferenza di Amsterdam presentati i nuovi dati su Doravina
Studio MSD che indaga il profilo di efficacia e sicurezza di Doravirina. “I dati evidenziano come il 73.1% dei pazienti trattati con una dose giornaliera di doravirina per 96 settimane, abbia raggiunto la soppressione della carica virale (HIV RNA inferiore alle 50 copie/mL) a fronte del 66.0% dei pazienti trattati, nello stesso periodo, con una dose giornaliera di darunavir in combinazione con ritonavir”.

L’Aids continua a far paura. Chi sognava l’eradicazione del virus nel 2030 non può fare altro che rassegnarsi: sono quasi 2 milioni le nuove infezioni ogni anno nel mondo e c’è sostanzialmente una ‘pericolosa rilassatezza’ nella lotta alla malattia che rischia di far riaccendere i contagi. Calano i decessi, è vero (grazie alle terapie), aumentano le persone che accedono ai farmaci ma le nuove infezioni sono in aumento. Perché l’Aids alle persone non fa paura. Perché di Aids non si parla più. L’allarme è stato lanciato dall’Aids Society ma anche dal Programma congiunto dell'Onu sull'Hiv/Aids (Unaids) in occasione della 22° Conferenza internazionale sull'Aids (AIDS 2018) che si è aperta lunedì scorso ad Amsterdam e si chiuderà sabato 27 Luglio.

Se la guerra alla malattia non passa più dalla trincea delle coscienze e dei comportamenti, per fortuna resiste il fronte della ricerca. Soprattutto in chi, in questi 30 anni e più di epidemia, non si è mai arreso al virus. In questo senso MSD, alla 22° International AIDS Conference (AIDS 2018) di Amsterdam ha annunciato i risultati di fase III, a 96 settimane, dello studio DRIVE-FORWARD, che valuta il profilo di efficacia e sicurezza di doravirina (DOR) – una molecola di nuova generazione per il trattamento dell’HIV appartenente alla classe degli inibitori non nucleosidici della transcrittasi inversa (NNRTI) – in combinazione con altri agenti antiretrovirali, per il trattamento dell’infezione da HIV nei pazienti adulti naive.

Lo studio di fase III DRIVE-FORWARD, coinvolge 766 pazienti naive alla terapia antiretrovirale, randomizzati in due gruppi di trattamento (383 in ogni gruppo): un gruppo ha ricevuto doravirina (100mg) una compressa una volta al giorno, l’altro  la combinazione di darunavir+ritonavir  (800mg+100mg) una volta al giorno, entrambi in associazione con due analoghi nucleosidici della trascrittasi inversa (TDF/FTC o ABC/3TC).  

I dati evidenziano come il 73.1% dei pazienti trattati con una dose giornaliera di doravirina per 96 settimane, abbia raggiunto la soppressione della carica virale (HIV RNA inferiore alle 50 copie/mL) a fronte del 66.0% dei pazienti trattati, nello stesso periodo, con una dose giornaliera di darunavir in combinazione con ritonavir. Rispetto alla combinazione darunavir + ritonavir,  Doravirina ha mostrato anche un miglior profilo lipidico.


 


“Perché – scrive MSD – la ricerca non si può fermare: grazie alle terapie è oggi possibile convivere con il virus. Ma esistono ancora molti bisogni terapeutici da soddisfare, legati alle caratteristiche cliniche e personali di ciascun paziente.  La ricerca MSD si sta muovendo proprio in questa direzione: verso trattamenti maneggevoli e ben tollerati nel lungo periodo, che siano non solo efficaci ma che si adattino anche alle necessità dei pazienti con l’avanzare dell’età o che debbano fronteggiare patologie concomitanti, anche molto comuni, come l’ipercolesterolemia”.

26 Luglio 2018

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