L’insostenibile peso di una mancata vaccinazione

L’insostenibile peso di una mancata vaccinazione

L’insostenibile peso di una mancata vaccinazione
Jama Pediatrics questa settimana offre materia di riflessione rispetto all’utilità delle vaccinazioni e a quanto possa costare cara, in termini umani ma anche prosaicamente economici, una vaccinazione mancata. Ecco il caso di un adolescente di Brooklyn contagiato dal morbillo durante un viaggio a Londra e diventato suo malgrado il ‘caso indice’ di un’epidemia di morbillo nella ‘città che non dorme mai’, costata alla fine quasi 400 mila dollari. E 58 persone contagiate.

Il morbillo non è una malattia banale e per quanto abbastanza difficile da osservare in era post-vaccinale, a livello globale resta endemico e pronto a colpire chiunque vi entri in contatto, se non adeguatamente protetto.
 
Nel 2000 gli Stati Uniti hanno dichiarato ‘eliminato’ dal loro territorio il morbillo, grazie all’alta copertura vaccinale raggiunta in questo Paese con le due dosi di vaccino MMR. Ma la parola ‘eliminato’ può indurre in errore, visto che questo virus rimane endemico in molte parti del mondo e che una persona sfuggita alla protezione del vaccino può portarsi a casa questo antipatico souvenir, di ritorno ad esempio da un viaggio all’estero, col rischio di generare un focolaio epidemico tra le persone suscettibili.
 
Che è poi esattamente quel che è successo ad un ragazzo di Brooklyn, rientrato da un viaggio a Londra – era il 13 marzo del 2013 – con il morbillo. Può sembrare un fatto banale e circoscritto, ma non lo è stato affatto per una serie di circostanze, come dimostra uno studio pubblicato su Jama Pediatrics, che ha calcolato le conseguenze sanitarie ed economiche di questo caso di morbillo d’importazione.  
 
Il risultato finale di questo episodio, a partire dal caso ‘indice’ (il ragazzo rientrato da Londra) è piuttosto pesante: tra marzo e giugno sono state contagiate 58 persone (di età media 3 anni, con un range di età da 0 a 32 anni), con una polmonite e un parto prematuro (a 38 settimane) come complicanze; 3.351 contatti esposti al morbillo identificati. Il risvolto economico di questa epidemia non è stato meno pesante: il Dipartimento di Salute e Igiene Mentale di New York ha speso 395 mila dollari, mentre per rispondere e controllare questo focolaio epidemico sono state necessarie oltre 10 mila ore di lavoro di personale sanitario.
 
Queste cifre rendono molto bene l’idea di cosa significhi che vaccinarsi sia un atto di responsabilità non solo verso sé stessi e i propri figli ma anche nei confronti della collettività. La nostra libertà (di decidere se stare bene) finisce laddove inizia quella degli altri. Rifiutare una vaccinazione è un atto non solo sconsiderato, ma anche profondamente egoistico che non tiene conto delle possibili conseguenze per l’individuo stesso (e spesso si tratta di bambini ai quali non viene data una possibilità di scelta), né tanto meno per la collettività.
 
Le complicanze del morbillo – ricordano gli autori dello studio – vanno dalla diarrea, all’otite media, alla polmonite, all’encefalite, fino alla morte. Il periodo di contagio (che avviene per via aerea) va da 4 giorni prima della comparsa del rash maculo-papulare, a 4 giorni dopo la sua comparsa; un problema non da poco visto che il virus è contagiosissimo (oltre il 90% dei soggetti suscettibili esposti viene contagiato) e che la finestra di intervento per le misure di profilassi post-esposizione è molto ristretta (entro 3 giorni dall’esposizione dovrebbe avvenire  la somministrazione del vaccino MMR ed entro 6 giorni quella delle gamma-globuline).


 


A peggiorare le cose, ricordano gli autori, c’è il fatto che essendo ormai raro osservare un caso di morbillo, grazie appunto alla copertura vaccinale (che a New York nel 2013 era del 96,8%), non tutti i medici sono in grado di diagnosticarlo prontamente e questo ritarda l’isolamento e la presa in carico dei pazienti.
 
Maria Rita Montebelli

Maria Rita Montebelli

31 Luglio 2018

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