Ospedali e industria farmaceutica a braccetto per le terapie del futuro

Ospedali e industria farmaceutica a braccetto per le terapie del futuro

Ospedali e industria farmaceutica a braccetto per le terapie del futuro
Un convegno promosso dall’ospedale Sacco di Milano ha esplorato le sfide imposte dall'avvento della medicina personalizzata. “Per fronteggiare la rivoluzione in atto occorre un nuovo modello in cui ospedali, università e industrie farmaceutiche facciano squadra”.

Come affrontate la sfida dei nuovi farmaci a misura di paziente? È questa la domanda oggetto dell’incontro “Industria farmaceutica e aziende ospedaliere” organizzato oggi dall’ospedale Sacco di Milano.
Negli ultimi anni le biotecnologie e i progressi scientifici e tecnologici in campo sanitario hanno permesso di comprendere numerosi processi patologici su base molecolare e l’individuazione di target molecolari più mirati. Un ulteriore contributo all’espansione della base delle conoscenze in campo biomedico è giunto dal sequenziamento del genoma e dai nuovi database frutto della genomica. Progressi che si stanno ripercuotendo vorticosamente sullo sviluppo di nuovi farmaci.
“La maggior parte delle terapie è stata sviluppata in passato come se tutti gli individui fossero identici”, ha illustrato il direttore generale dell’Ospedale Alberto Scanni. “Ma una cura che per un paziente può rivelarsi efficace potrebbe risultare inutile (e in alcuni casi perfino tossica) per un altro colpito dalla medesima malattia. Selezionare le cure, fino a personalizzarle, è fondamentale perché permette di affrontare nel modo più adeguato la patologia senza disperdere al contempo risorse preziose”.
Intanto si moltiplicano i target molecolari contro cui i nuovi farmaci sono diretti. Sono già 500 oggi, ma a breve potrebbero diventare 10 mila secondo gli organizzatori dell’incontro. Un passaggio che renderà ancora più urgente l'adozione di un nuovo modello di ricerca, sviluppo e sperimentazione. “Il sistema sanitario richiede oggi un mix di competenze diverse e un alto grado di multidisciplinarietà”, ha aggiunto Scanni. “È imperativo “fare squadra”, condividere le competenze di ospedali, università e industrie farmaceutiche. Si devono creare joint venture che permettano un flusso sistematico e rapido di informazioni, competenze e risorse”.
Non c’è altro modo per fronteggiare la rivoluzione in atto, secondo il presidente di Farmindustria Sergio Dompé. Occorrono “risorse adeguate, un quadro normativo stabile con politiche competitive di prezzi e tempi per l’accesso all’innovazione e meccanismi di incentivi agli investimenti come, ad esempio, il credito d’imposta per la ricerca". A tal proposito, ha aggiunto Dompé, "va certamente nella giusta il ddl presentato venerdì scorso dal ministro Ferruccio Fazio che, tra l’altro, prevede la semplificazione delle procedure e la defiscalizzazione degli investimenti in ricerca”.  

19 Luglio 2010

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