Coronavirus. Quella psicologica è un’emergenza nell’emergenza e per affrontarla non basta la solidarietà

Coronavirus. Quella psicologica è un’emergenza nell’emergenza e per affrontarla non basta la solidarietà

Coronavirus. Quella psicologica è un’emergenza nell’emergenza e per affrontarla non basta la solidarietà

Gentile Dottore,
i risvolti di natura psicologica di questa emergenza stanno emergendo in mille modi. Dalla necessità di aiuto psicologico alle persone malate o comunque colpite e ai loro familiari, all’indispensabile sostegno agli operatori in prima linea, ai problemi delle persone confinate in casa, spesso con situazioni di fragilità psicologica e personale. La nostra rilevazione sullo stress degli italiani questa settimana ha toccato un livello mai raggiunto, e così le migliaia di telefonate e richieste di aiuto che arrivano alle iniziative messe in campo dalla comunità professionale.
 
Le Aziende Sanitarie hanno mobilitato i dirigenti psicologi per fronteggiare il crescente fabbisogno di prestazioni ed assistenza psicologica. Nelle realtà ospedaliere ove sono presenti gli psicologi sono quotidianamente impegnati nei reparti COVID-19 a sostegno dei ricoverati e del personale di assistenza, medici, personale infermieristico ecc.
 
Ma tutto ciò non basta. È una goccia nel mare rispetto ai bisogni psicologici del personale e della popolazione a partire dalle fasce deboli. Anni di mancato tour-over hanno impoverito i servizi pubblici di psicologi, che fino a ieri riuscivano a rispondere solo ad una modesta quota di quanto previsto dai Livelli Essenziali di Assistenza.
 
E’ arrivata l’ora di affrontare la situazione, anche perché, è ormai ampiamente dimostrato, il disagio psicologico e lo stress aggravano i problemi fisici, finendo per appesantire la situazione sanitaria in atto.
 
Quando la casa brucia si corre a prendere l’acqua senza farsi tante domande. E questo ha fatto la nostra professione, a cominciare dal Consiglio Nazionale dell’Ordine, attivando azioni come #psicologicontrolapaura o #psicologionline, dove i cittadini trovano informazioni, consigli e professionisti. E mettendosi completamente a disposizione delle Istituzioni.
Iniziative che stanno facendo molto ma che non bastano, che sono un corredo alla risposta delle Istituzioni pubbliche, ma non possono essere l’unica o la principale risposta.
 
Non si può pensare che gli aspetti psicologici continuino ad essere affidati al volontariato o alla mobilitazione generosa di tanti psicologi o alle tasche dei cittadini, peraltro sempre più vuote.
Sarebbe come chiedere all’Ordine dei Medici o degli Infermieri di rispondere in prima persona all’emergenza in sostituzione del Servizio Sanitario e di farlo con azioni di volontariato.
 
Chiediamo quindi che si utilizzi il Decreto 9 marzo n.14 e gli ulteriori provvedimenti all’esame del Parlamento perché sia messa in campo una strategia pubblica coordinata e razionale, che consenta una risposta psicologica adeguata, appropriata ed efficace negli Ospedali e sul territorio, in grado di coinvolgere gli Enti locali ed il sistema scolastico. Si tratta di circa 9 milioni di studenti – molti con bisogni particolari – e di circa 1 milione di docenti, di ogni ordine e grado, impegnati in una operazione ciclopica di formazione a distanza che si sono ritrovati senza supporto psicologico.
 
E’ impensabile che il supporto allo stress di medici ed infermieri, delle tante fasce deboli della popolazione su descritte, debba poggiare su iniziative di solidarietà.
 
Occorre da subito potenziare e mettere a sistema ciò che esiste in modo tale che emergenza sanitaria e psicologica trovino una comune e coordinata strategia. Tenendo conto che l’emergenza psicologica avrà caratteri strutturali e conseguenze non brevi che vanno messe in conto.
 
L’Ordine ha avanzato proposte concrete e realistiche in questa direzione, cercando di farsi portavoce dei bisogni e delle esigenze dei cittadini. Questo lo dobbiamo ai cittadini, ma lo dobbiamo anche ai professionisti iscritti al nostro Ordine, a salvaguardia della dignità del lavoro che svolgono. L’Ordine può raccogliere le spinte solidaristiche individuali, ma non può avallare il principio secondo il quale la Solidarietà sostituisce gli obblighi ed i doveri delle Istituzioni e degli Enti pubblici preposti a garantire il diritto costituzionale alla Salute, fisica e psicologica.
 
David Lazzari
Presidente Consiglio Nazionale Ordine Psicologi

 

David Lazzari

28 Marzo 2020

© Riproduzione riservata

Disavanzi regionali della sanità: un “profondo rosso” in cui è cambiata la natura del problema 
Disavanzi regionali della sanità: un “profondo rosso” in cui è cambiata la natura del problema 

Gentile Direttore, negli ultimi anni il disavanzo sanitario regionale, come ricostruito pochi giorni fa qui su Qs che ha parlato di “profondo rosso” (a proposito, complimenti per la nuova veste...

Pronto Soccorso, il grido dei medici: “Così la sanità pubblica ci sta uccidendo”
Pronto Soccorso, il grido dei medici: “Così la sanità pubblica ci sta uccidendo”

Gentile Direttore,  che cosa ha indotto lo scrittore Tiziano Scarpa a definire il libro “La giusta distanza dal male”di Giorgia Protti, giovane medica al suo primo incarico in Pronto Soccorso...

Ricominciare dalla prevenzione: prendersi cura dell’Italia che cambia. La visione di Boehringer per un Paese più sano
Ricominciare dalla prevenzione: prendersi cura dell’Italia che cambia. La visione di Boehringer per un Paese più sano

Gentile Direttore, in Italia, 24 milioni di persone convivono con almeno una patologia cronica. Un numero che non rappresenta più un semplice dato epidemiologico, ma il segno tangibile di una...

Istituire la scuola di specializzazione di medicina generale per valorizzare la professione
Istituire la scuola di specializzazione di medicina generale per valorizzare la professione

Gentile Direttore,l’ASSIMEFAC, da sempre impegnata a rendere la formazione in Medicina Generale/Medicina di Famiglia disciplina accademica, prende atto, con estrema soddisfazione, dell’emendamento 71.0.3 alla Legge di Bilancio, presentato dai senatori...