Odontoiatria. L’Ansoc scrive a Speranza: “Urgente una revisione delle tariffe convenzionate”

Odontoiatria. L’Ansoc scrive a Speranza: “Urgente una revisione delle tariffe convenzionate”

Odontoiatria. L’Ansoc scrive a Speranza: “Urgente una revisione delle tariffe convenzionate”
Il presidente dell’Associazione Studi Odontoiatrici Convenzionati, Walter Di Fulvio, cita un'analisi condotta dall’Azienda Zero del Veneto per calcolare il costo di produzione delle prestazioni e, sulla base dei risultati, osserva. “Non è sostenibile che l’estrazione di un dente abbia una tariffa di 19 euro avendo un costo reale di produzione di 57,6 euro o che la terapia canalare di un pluriradicolato abbia una tariffa di 63,20 euro ed un costo accertato in 146,7. Bisogna agire subito per evitare l'uscita dal sistema pubblico di molte altre professionalità ora accreditate”. LA LETTERA

Una lettera aperta al Ministro della Salute Roberto Speranza per chiede “un sollecito avvio di un tavolo tecnico per intraprendere la necessaria quanto urgente revisione tariffaria” per le cure odontoiatriche convenzionate. A firmarla Walter Di Fulvio, presidente dell’Ansoc, Associazione Nazionale Studi Odontoiatrici Convenzionati.

Di Fulvio cita un'analisi condotta dall’Azienda Zero del Veneto del 2018, che ha preso in esame l'incidenza di tutte le voci di spesa per l'erogazione di ciascuna prestazione ricavandone il relativo costo di produzione. “Non è sostenibile che l’estrazione di un dente abbia una tariffa di 19 euro avendo un costo reale di produzione che Azienda Zero ha determinato in 57,6 euro o che la terapia canalare di un pluriradicolato abbia una tariffa di 63,20 euro ed un costo accertato in 146,7”, spiega.

Per l’Ansoc è quindi evidente “l'incongruenza tra il costo di produzione delle prestazioni dentistiche e le rispettive tariffe corrisposte (vecchie di trent’anni)”. Questo “rende infruttuosa e addirittura controproducente l'erogazione di prestazioni in quanto eseguita in perdita da parte delle strutture private accreditate”.

Del resto, evidenzia Di Fulvio, “i presidi privati devono rispettare le regole ed i principi di mercato, primo fra tutti quello di non erogare prestazioni in perdita ma con un giusto margine di profitto, che possa garantire un adeguato e continuo aggiornamento tecnologico e l'occupazione del proprio personale”.

Per il presidente Di Fulvio, “non c'è più tempo da perdere, non possiamo aspettare il termine dei lavori della commissione LEA (per inciso: non ancora riunitasi). Bisogna agire subito per evitare l'uscita dal sistema pubblico di molte altre professionalità ora accreditate e l'ulteriore impoverimento dell'offerta assistenziale del SSN sul territorio”.

03 Settembre 2020

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