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Isola del Gran Sasso. Comitato Civico Crescita Comune contro la chiusura del 118. “Scelta incomprensibile, salute a rischio”

Il piano di riordino, denuncia il Comitato, prevede che “a soli 5 minuti dall'ospedale di Teramo si apra una postazione medicalizzata, mentre verrebbe eliminato l'infermiere 118 a Isola del Gran Sasso (e Bisenti), aree da 25 a 50 minuti dall'ospedale. Inevitabile l'aumento delle morti 'montane'".

30 SET - “L'estate è finita, ma nessuna certezza di ripensamento ha avuto la popolazione montana sulla paventata chiusura della postazione 118 a Isola del Gran Sasso (e naturalmente anche di Bisenti). Per essere più precisi: se nessun politico mostrerà davvero buon senso, approfondendo la questione e fermando il proposito, la popolazione montana (nonché l'oltre un milione e mezzo ogni anno di pellegrini e turisti - del Santuario di S. Gabriele e della nostra stupenda montagna) perderà il servizio e la sicurezza per l'Emergenza Sanitaria conquistati e mantenuti per 15 anni, con numerose vite salvate. Senza sostanziali ripensamenti, l'entroterra verrà squalificato, al contrario di oggi”. A lanciare l’allarme, in una lettera aperta rivolta ai cittadini, è il Comitato Civico Crescita Comune.

Senza il 118, evidenzia il Comitato “chi dovesse subire un arresto cardiorespiratorio - vecchio o giovane che sia, residente, pellegrino o turista - il suo cervello 'morirà varie volte' prima di essere inutilmente soccorso da una postazione 118 troppo lontana (visto che proprio il cervello subisce danni irreversibili già dopo 5 minuti, dal momento in cui un cuore smette di battere!). É forse questo il 'risparmio' previsto nel riordino della spesa sanitaria? É forse quello dell'inevitabile aumento delle morti 'montane', o dell'incremento delle spese per le sequele e disabilità varie nei cerebrolesi, conseguenti ad un arresto cardiocircolatorio soccorso tardivamente?”, si chiede il Comitato.

Il Comitato, quindi, lancia un appello ai cittadini ad “alzare le spalle” contro un provvedimento che “ad oggi appare incomprensibilmente inevitabile”. Mentre, “se tutta la politica se ne laverà pilatamente le mani, alla popolazione montana non rimarrà che 'chiedere il conto' ai propri eletti, non rimarrà che denunciare alla magistratura ogni caso di morte dovuta evidentemente al 'fattore tempo', al ritardo nel soccorso, venendo a mancare gli standard voluti dalla normativa e fin qui assicurati nel nostro territorio. Non potrà essere altrimenti, se la Regione Abruzzo procederà comunque, nonostante la nostra denuncia, a comunicare alle Asl di attuare pedissequamente il piano di riordino, anche per quanto riguarda le postazioni 118 e se la Asl di Teramo applicherà senza modifiche quello che ad oggi pare continui ad essere il progetto”.

Il Comitato contesta quindi che “l'unica proposta di ridistribuzione delle postazioni 118 in provincia di Teramo - che ci pare evidente sia più che discutibile - é quella presentata dall'allora responsabile del 118 e, crediamo, mai rimessa in discussione. Questo significherebbe che a soli 5 minuti dall'ospedale di Teramo (Val Vomano) si aprirebbe una postazione medicalizzata, mentre si toglierebbe l'Infermiere 118 a Isola del G.S. (e Bisenti), aree da 25 a 50 minuti dall'ospedale. Davvero incomprensibile nella logica dei tempi del soccorso e della salvaguardia della salute, assicurati da anni nel nostro territorio”.

“Chi sottoscriverà questa scellerata scelta politica di ulteriore 'decapitazione' della montagna, anche in materia di emergenza sanitaria?”. “Quale politico, 'commissario' o amministratore ratificherà questo incredibile proposito, che prevede il raddoppio della sicurezza nell'area urbana (quella compresa nel raggio di 8 minuti di percorrenza nel soccorso) nel territorio di Teramo, mentre smantella quello dei Comuni di Isola G.S., Castelli, Colledara, Castel Castagna, Tossicia - oltre che del Santuario di S. Gabriele - come anche nella Val Fino, a Bisenti), togliendo dopo 15 anni il personale 118 della postazione di Soccorso?”; si chiede il Comitato, ribadendo che “la nostra gente aspetta risposte, concrete e di buon senso, da coloro che abbiamo tutti chiamato ad amministrare il nostro bene, quello della popolazione, della polis, area montana compresa”.
 

30 settembre 2015
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