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Calabria. Oliviero: “Ospedali di confine vanno rafforzati”

"In altre regioni si è rafforzata l’offerta sanitaria per evitare o limitare il rischio dell’emigrazione passiva. In Calabria si è scelta la strada più errata: i presidi di confine sono stati chiusi", ha detto il presidente. D’accordo il commissario Scura, che però chiede un “necessario approfondimento” prima di proporre interventi.

22 MAG - Gli ospedali di confine regionale di Trebisacce e Praia a Mare, in provincia di Cosenza, sono stati al centro di una riunione convocata ieri mattina a Catanzaro, nella sede della Regione Calabria, dal presidente Mario Oliverio, con il commissario per il piano di rientro della sanità Massimo Scura, il sub commissario Andrea Urbani, il commissario dell'Asp di Cosenza Gianfranco Filippelli ed i sindaci oltre che delle due città della costa jonica e di quella tirrenica, anche di Tortora, Canna, Cerchiara di Calabria, Plataci, Castroregio. Amministratori tutti che hanno espresso netta contrarietà alla chiusura dei due nosocomi.

L’incontro si inquadra nella ricognizione che il presidente Oliverio affiancato dal commissario Scura sta portando avanti nell’insieme delle strutture ospedaliere calabresi, “utilizzando rigorosamente la metodologia dei ‘percorsi omogenei’”, sottolinea una nota dell’ufficio stampa della Giunta che fa il punto sull’esito dell’incontro.

“I presidi sanitari di confine - ha affermato Oliverio - hanno una loro catalogazione nella stessa programmazione sanitaria nazionale, considerato che insistono sulle aree a più alto rischio di emigrazione anche per una ragione squisitamente geografica. Nelle esperienze di altre regioni si è sistematicamente rafforzata l’offerta sanitaria proprio per evitare o limitare il rischio dell’emigrazione passiva. In Calabria si è scelta la strada più errata: i presidi di confine sono stati chiusi e con servizi ridotti ad assoluta insufficienza. Tale scelta ha prodotto un fortissimo aumento dell’emigrazione sanitaria verso le regioni confinanti o di prossimità, Basilicata, Puglia, Campania, anche per prestazioni di media complessità e persino per la stessa diagnostica. Questo stato di cose va profondamente modificato. Bisogna rafforzare i servizi nei presidi di confine, a partire dall’emergenza-urgenza, diagnostica, osservazioni del paziente, integrazione con l’ospedale spoke di riferimento”.

Nell’ambito della riunione, riferisce l’ufficio stampa regionale, “lo stesso commissario Scura ha riconosciuto l’incongruenza delle scelte operate, ma ha contemporaneamente chiesto un necessario approfondimento per poi proporre i necessari correttivi”.

È stato intanto concordato, in attesa di una riorganizzazione sistematica della medicina generale della continuità assistenziale, cioè le guardie mediche, di sospendere l’efficacia della delibera adottata dall’Asp di Cosenza che aveva ridotto il numero di postazioni.

Il presidente Oliverio, chiudendo l’incontro, ha riconfermato la volontà di modificare lo stato attuale delle cose, rassicurando i sindaci e le stesse popolazioni interessate. “Senza immaginare ritorni al passato che non sono assolutamente proponibili - ha evidenziato -, ma per la peculiarità dei territori oggi rappresentati ed anche per una utilità sulla stessa finanza regionale, bisogna costruire sistemi integrati che garantiscano servizi e tutele oggi inesistenti”.
 

22 maggio 2015
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