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Gli operatori e i cittadini sono le vittime e non i carnefici della sanità calabrese

21 GEN - Gentile direttore,
domenica pomeriggio, a Rai 1, nel corso della trasmissione l’Arena condotta  da Massimo Giletti, abbiamo assistito a una denuncia del Commissario alla sanità Calabrese, Massimo Scura, sulle limitazioni concesse ai lavoratori del SSR calabresi a cui egli attribuisce una consistente responsabilità per le scarse performance della sanità regionale.
 
Il problema esiste e, nelle proporzioni in cui si presenta è certamente grave ma certamente poco attendibile sul piano statistico. Quello da cui dissentiamo è che la responsabilità venga addossata alle organizzazioni sindacali e, particolarmente, ai medici. Il Commissario ricorda che i sindacati medici non avrebbero voluto avallare una sua iniziativa sui medici competenti.
 
Facciamo le seguenti considerazioni.
1- La misura proposta della rotazione degli stessi medici competenti è piuttosto aleatoria in termini di efficacia.
2- La richiesta di avallarla ai Sindacati dei medici esulava dalle materie previste dal CCNL  per il tavolo di coordinamento regionale e solo per questo non è stato condivisa.
3 - Le aziende hanno gli strumenti per reprimere gli abusi.
 
Le limitazioni non sono certo, specialmente per quanto riguarda i medici,  il problema centrale della sanità calabrese: esistono infatti tante ben  altre questioni sulle quali i vari  Commissari, che nel corso degli anni si sono succeduti  non hanno mai ritenuto di aprire il tavolo regionale, mentre ò stato utilizzato il meccanismo dell’indiscriminato blocco del turnover per risolvere, in termini contabili ma non certo di efficienza,  il problema di un servizio sanitario commissariato ormai da sette anni e che non dà segni di ripresa reale in termini di servizio ai cittadini.
 
La verità allora risiede altrove.
Gli operatori sanitari calabresi sono, insieme con i cittadini, le vittime e non gli artefici di una situazione rispetto alla quale il Piano di Rientro si è dimostrato inefficace.
 
Le responsabilità sono tutte di una politica che riesce a gestire la sanità solo come un meccanismo di deteriore mediazione del consenso e non come conquista del consenso di cittadini ed operatori con il miglioramento del servizio.
 
Nella questione particolare delle limitazioni i danni non  derivano da responsabilità sindacali ma da evidenti “buchi” di una “allegra” legislazione nazionale e in una superficialità delle direzioni aziendali che avrebbero ogni possibilità di affrontare il problema ma che, verosimilmente su condizionamento politico, si sono sempre astenute da iniziative significative di moralizzazione.
 
Il Sindacato dei medici italiani non si sente sul banco degli imputati.
Aspettiamo ancora dal Commissario Scura l’applicazione dell’accordo regionale  per affrontare i problemi di in un riassetto sanitario del territorio, che è l’unica condizione per rendere praticabile la rete ospedaliera proposta dal Commissario e che richiede comunque una politica diversa sulla copertura di organici ormai al di sotto di ogni plausibile limite
 
Dr. Francesco Esposito
Segretario regionale Smi Calabria

21 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

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