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Campania. Scotti (Omceo): “Sistema Sogei per ricetta dematerializzata configura grave violazione privacy pazienti”

E' l'allarme lanciato dal presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli in merito all'entrata in vigore da oggi del nuovo sistema di controllo economico per il monitoraggio della spesa sanitaria. “Chiedo di rendere pubblico il parere del garante della privacy, se esiste, che rende possibile questa procedura. E in assenza intervenga chi di dovere”. 

01 OTT - “Ci arrivano numerose segnalazioni, di una gravissima violazione della privacy in atto da oggi da parte del Sistema Sogei per la trasmissione della ricetta dematerializzata su richiesta della Regione a danno di tutti i pazienti campani”. E’ l’allarme lanciato da Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e portavoce della Federazione regionale degli Ordini della Campania, sull’entrata in vigore da oggi del nuovo sistema di controllo economico per il monitoraggio della spesa sanitaria riferita al decreto commissariale numero 56 del 29/05/2015, uno degli ultimi del governo Caldoro.

“Ho il dovere di denunciare pubblicamente quanto sta accadendo e di chiedere a chi ne ha competenza di porre immediatamente rimedio – sottolinea - In forza di questa direttiva regionale tutti i colleghi della medicina di famiglia che vogliano procedere con la cosiddetta ‘ricetta dematerializzata’ sono costretti ad associare alla prescrizione fatta al paziente anche la diagnosi, pena la non stampa del promemoria o l’obbligo di procedere alla prescrizione con la vecchia ricetta rossa. Questo è gravissimo – attacca - e lo è ancor più il fatto che la trasmissione di questo dato sensibile avvenga in automatico senza che né il medico né il paziente ne siano a conoscenza e quest’ultimo abbia espresso il proprio consenso”.

A ciò si aggiunge, osserva, che la direttiva regionale avrebbe dovuto riguardare solo alcuni pazienti colpiti per la prima volta da specifiche patologie. “Chiedo di rendere pubblico il parere del garante della privacy, se esiste, che rende possibile questa procedura e in assenza che chi di dovere intervenga subito per evitare che il diritto alla privacy dei cittadini venga calpestato”.

Nel frattempo, conclude Scotti, “è mio dovere informare, sia i medici che i cittadini, di quanto non appare evidente nella normalità di una prescrizione dal loro medico di famiglia perché nascosto dalle procedure informatiche con forti responsabilità dei medici e rischi per i cittadini”.
 

01 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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