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Campania. De Luca assolto in appello dall'accusa di abuso d'ufficio. “Autonomia magistratura è un bene per i cittadini onesti”

Il procedimento riguarda la nomina di un project manager nell’ambito di un progetto per la costruzione di un termovalorizzatore a Salerno. In primo grado era stato condannato a un anno. Assolti anche gli altri due imputati del processo: il dirigente del settore lavori pubblici del Comune di Salerno, Domenico Barletta, e il capo staff di De Luca all’epoca dei fatti, Alberto Di Lorenzo. 

06 FEB - Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, è stato assolto in Appello dall’accusa di abuso d’ufficio perché “il fatto non sussiste”. Il procedimento riguarda la nomina di un project manager nell’ambito di un progetto per la costruzione di un termovalorizzatore a Salerno. In primo grado era stato condannato a un anno, anche se la pena era stata sospesa. La condanna, però, aveva determinato nei confronti di De Luca la sospensione dall’ incarico di presidente della Giunta regionale per effetto della Legge Severino, provvedimento poi sospeso dal tribunale.

Assolti anche gli altri due imputati del processo: il dirigente del settore lavori pubblici del Comune di Salerno, Domenico Barletta, e il capo staff di De Luca all’epoca dei fatti, Alberto Di Lorenzo. Per tutti gli imputati la Corte d’appello ha stabilito anche la revoca delle pene accessorie.
Immediato il commento del governatore campana. “Anni di pesante aggressione politica e mediatica, per nulla. Anni – si legge in una nota - di un calvario che avrebbe fatto scoppiare il cuore a chiunque. Abbiamo retto per le profonde motivazioni ideali e morali, e per l'assoluta serenità di coscienza. Esprimo il mio rispetto per la magistratura, la cui autonomia è un bene per i cittadini onesti e non un privilegio di alcuni. Il controllo di legalità nei confronti di chiunque è doveroso in democrazia”.

“Mi auguro – aggiunge - che si esaurisca, nel dibattito pubblico, la tendenza dilagante a calpestare con disinvoltura la dignità di persone e famiglie oltre le regole di uno Stato di diritto. Mi auguro che si affermi l'abitudine a confrontarsi civilmente, in un clima di rispetto reciproco. L'essere uomini - conclude la nota -  è più importante delle bandiere di partito".
 

06 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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