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Campania. De Luca fissa l’agenda: “Entro un mese il nuovo piano di riordino ospedaliero. E nessuna struttura sarà chiusa”

In conferenza stampa il presidente parla anche dell’ospedale del Mare che comincierà dalla diagnostica. Più fondi ai disabili. Ma sui tetti di spesa mensili e già esaurito il budget trimestrale per diagnostica e specialistica.

03 MAR - Un mese per consegnare il nuovo piano ospedaliero ai ministeri vigilanti e per spazzare via il cartello “lavori in corso” che campeggia dal settembre del 2010 sul cantiere aperto del riordino delle degenze e delle reti dell’assistenza in Campania. E poi una lunga fila di adempimenti da condurre in porto nel breve volgere di qualche mese per ridare nuovo smalto, qualità e peso ai livelli di assistenza con lo sguardo rivolto soprattutto alle liste di attesa, alla migrazione sanitaria (di confine e non), ai rapporti con il privato convenzionato e all’assistenza ai disabili, e ai controlli di cui si occuperà una squadra appositamente selezionata, pronta ad entrare in pista dalla fine di questo mese.
Il presidente della Regione Vincenzo De Luca convoca nuovamente i giornalisti e in Conferenza stampa mette in fila le urgenze della Sanità campana e il duro lavoro che lo vede impegnato insieme alla struttura commissariale per venire a capo della matassa intricata di nodi da sciogliere. Obiettivo risalire la china dei livelli di assistenza collocati, insieme alla Calabria, agli ultimi posti del Paese e fare della Campania un gioiellino di funzionalità, efficacia ed efficienza. 
 
Nessun ospedale sarà chiuso
Il primo assunto, ribadito dal governatore, è che a differenza del piano ospedaliero del 2010 nessun ospedale sarà chiuso, in particolare nel centro storico di Napoli, laddove l’attivazione dell’ospedale del Mare, nella sua complessità, dovrà viaggiare su un binario indipendente e vivere di vita propria attraverso un articolato piano di assunzioni mirate e accorti trasferimenti di personale.  Di più, un pronto soccorso strategico che fa grandi volumi di attività, come il Loreto Mare, sarà conservato nel territorio della zona orientale di Napoli pur in connessione funzionale con l’ospedale classificato Villa Betania e il nuovo nosocomio di Ponticelli.
 
Il decreto 49 del 2010 sarà superato
De Luca fa esplicito riferimento al decreto 49 del 2010, scritto da Giuseppe Zuccatelli, a quel tempo commissario ad acta,. Un piano rispetto al quale occorre – dice De Luca – voltare pagina. Un piano che nel 2010 fu ratificato in scia con quanto già deciso sotto l’amministrazione Bassolino e poi portato avanti dal successivo inquilino di Palazzo Santa Lucia Stefano Caldoro”. Quest’ultimo alla vigilia delle ultime elezioni, tuttavia, anche su sollecitazione del sub commissario del tempo Mario Morlacco, tornò sui suoi passi annunciando l’intenzione di salvare alcuni nosocomi deputati alla chiusura tra cui appunto il Loreto mare. Una versione del Piano ospedaliero 2.0 di cui comunque De Luca non tiene conto. Nessuna chiusura dunque, è prevista tra gli ospedali del Centro storico di Napoli per i quali la nuova parola d’ordine è “rigenerazione”, rispettando vocazioni e specificità e pensando ad un ruolo riconoscibile per ognuno attraverso l’alta specializzazione in una o due discipline da potenziare attraverso un capillare, attento e minuzioso ricalcolo dei fabbisogni e dei posti letto esistenti anche in rapporto al personale impiegato nei vari presidi della Asl Napoli 1 da ricollocare in base ad un articolato piano di mobilità interna che tenga ovviamente conto delle nuove regole sui turni di lavoro e dei rilievi della Corte dei conti che hanno dato la stura ad una accelerazione nell’approvazione degli atti aziendali. Per fine marzo dunque un piano ospedaliero regionale pensato nel confronto con le organizzazioni mediche in un rapporto di equilibrio serio con i convenzionati ma tale da non chiudere nessun presidio: no a duplicati e cose inutili ma in ogni territorio un presidio ragionevole con le necessità. Avremo contestualmente un avanzamento sostanziale delle reti dell’emergenza-urgenza.
Sulla rampa di lancio degli ospedali da salvare anche il Maresca di Torre del Greco (che era destinato a diventare un polo di riabilitazione), il presidio di Pagani e di Cava dei Tirreni,  per la Asl Napoli 3 sud, il Da Procida di Salerno (destinato a Casa della Salute, cronici e lungodegenti). Sarà inoltre aperto l’ospedale di Sant’angelo dei Lombardi ad Avellino. “Chiusure e ridimensionamenti che non intendiamo avallare – avverte De Luca - elimineremo le storture e gli orientamenti insostenibili del decreto 49. E sarà un Piano che utilizzerà i limiti dei rapporti posti letto-abitanti previsti per legge a livello nazionale in 3,7 per mille abitanti. Tra le cose scandalose che si erano portate avanti dalla precedente amministrazione c’era, infatti, il sottodimensionamento dei posti letto”.
 
Pronto soccorso delle due Università
Altra novità, disattesa da anni, sarà l’estensione dei pronto soccorso alle due Università, che avranno un’articolazione funzionale permanente con il 118 nell’arco delle 24 ore.  Un Piano ospedaliero, dunque, da rendere parte essenziale nel ridisegno dell’assistenza in Campania e che terrà conto dell’indagine in corso della Corte dei conti, eliminando duplicazioni e triplicazioni di primariati che secondo la Procura contabile avrebbero arrecato un danno per le casse pubbliche di 16 milioni di euro tra 2014 e 2015.  
 
Atti aziendali da rivedere
“Abbiamo dovuto procedere immediatamente all’approvazione degli atti aziendali – ribadisce De Luca – e dare il segno di un riscontro alla Corte dei conti. Li abbiamo approvati in pochissimo tempo almeno quelli già pronti (quelli degli ospedali). Ma non possiamo andare sull’assetto definitivo senza un Piano ospedaliero”. Quindi gli atti aziendali avranno aggiustamenti in corso d’opera. I tagli lineari ai primariati? “Non sono la strada giusta, non sempre i manager hanno valutato l’utilità strategica. Siamo in questa situazione di dare riscontro alla diffida della Corte dei conti ma anche della necessità di procedere al ridisegno razionale della Sanità campana”. Intanto De Luca mette in pista Gruppo di lavoro sull’ospedale del Mare, formato dal commissario dell’ospedale del Mare Ciro Verdoliva, dal commissario della Asl Napoli 1 Renato Pizzuti, dal direttore del dipartimento salute Antonio Postiglione e dal suo consigliere per la sanità Enrico Coscioni.  
 
Ospedale del Mare, il nodo dell’apertura
“L’ospedale del Mare comincerà con l’apertura degli ambulatori diagnostici di cui è dotato (Tac, Rnm, Tac-pet e acceleratori lineari di ultima generazione. Per la parte strutturale sono in corso i collaudi  e tra marzo e aprile saranno conclusi”. Il nodo resta il personale e il decollo di un grande ospedale attualmente vuoto e senza personale. La Task-force in pista lavorerà al  calendario dei lavori e al crono-programma considerando che le funzioni dell’ospedale avranno un ruolo chiave dal punto di vista delle prestazioni e per la riduzione della mobilità passiva “che in Campania - ribadisce De Luca - sfiora i 350 mln con 270 mln di perdita netta”. Completare i collaudi, impegnare a scavalco direttori di radiologia e radioterapia con l’Asl Napoli 1, procedere con avvisi pubblici per medici radiologi, nucleari infermieri il crono programma fissato. “Si tratta di una sfida estremamente impegnativa – aggiunge ancora il governatore -  decisiva per la rete ospedaliera campana. Dobbiamo lavorare per interventi di contorno che rendano fruibile la struttura. Metro, servizi pubblici e reti stradali saranno potenziati.  La prima riunione è fissata martedì mattina per decidere le funzioni che saranno collocate in quell’ospedale a fronte di una programmazione vecchia di parecchi anni. Quel che è certo è che non può reggere l’ospedale con il solo trasferimento di personale.
 
L’assistenza ai disabili
Altro punto l’assistenza ai disabili: “Pensiamo – dice De Luca - di approvare nel collegato alla finanziaria una norma che destini in maniera mirata e diretta risorse ai disabili attraverso le asl evitando la tagliola dei Piani di zona che devono programmare in un unico calderone l’assistenza ai tossicodipendenti, agli anziani ecc. senza una chiara identificazione dei capitoli di spesa vincolati. Alle Asl invece attribuiremo fondi per le attività dei centri di riabilitazione dell’handicap per dare serenità a migliaia di famiglie oggi in situazioni drammatiche sebbene i centri accreditati non abbiano mai interrotto il servizio”.
 
La sanità convenzionata
De Luca annuncia poi lo sblocco, a brevissimo, delle risorse per i centri Pma e antidiabete a fronte del calcolo del fabbisogno. E’ al lavoro la commissione per le farmacie. “Chiudiamo una graduatoria vecchia di 10 anni. E anche su questo punto di vista ci mettiamo in regola”.  Infine la scadenza con i centri accreditati con i quali è in corso un’interlocuzione per limare alcune difficoltà sui tetti di spesa mensili e il tetto per singola struttura (temi su cui è mobilitata l’intera filiera degli ex convenzionati che hanno già programmato una conferenza stampa per martedì prossimo). Il cronoprogramma prevede entro maggio la contrattualizzazione di cliniche e laboratori mentre resta a breve scadenza la sigla del contratto con i centri di riabilitazione per i quali c’è però da sciogliere il nodo delle tariffe e degli arretrati, riconosciuti dal Consiglio di Stato, per 60 milioni di euro. Irrisolto anche il nodo della Radioterapia in convenzione con un arretrato di un anno nei pagamenti e la mancata attualizzazione delle tariffe alle nuove tecnologie impiegate che hanno praticamente fermato tutto il settore con gravi ripercussioni sulla filiera dell’assistenza territoriale. Una empasse che si registra anche nella diagnostica convenzionata che ha esaurito il budget del trimestre laddove il tetto di spesa mensile e per singola struttura, seppure con la possibilità di sforamento del 30% (da riassorbire nell’arco di un trimestre) ha ingessato tutto il sistema. Sullo sfondo resta da sciogliere il nodo del riordino dei laboratori di analisi. Tutti temi che De Luca affronta tenendo ben presente che la “Sanità campana convenzionata in Campania assorbe una fetta consistente dell’assistenza e dunque va integrata pienamente con le strutture pubbliche dando comunque attenzione e priorità alla Sanità pubblica”.
 
I controlli, arriva il nucleo ispettivo
Infine i controlli: entro una settimana 10 giorni nomina ufficio ispettivo della Regione della Campania. “Un nucleo ispettivo serio, rigoroso e non oppressivo con l’occhio rivolto soprattutto all’appropriatezza, agli sprechi e alle duplicazioni, all’attività libero professionale dei medici con l’obiettivo di riqualificare l’assistenza
 
 
Ettore Mautone

03 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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