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Napoli. M5S ancora contro lo smantellamento del San Gennaro. Ma De Luca smentisce: “Non sarà chiuso”

La consigliera Valeria Ciarambino torna a lanciare l'allarme sulla chiusura dell'ospedale. Ma dalla Giunta chiariscono: “Questa struttura, come più volte chiarito per tutti gli ospedali della città di Napoli, non sarà chiusa”.  Domani De Luca incontrerà la direzione generale dell’Asl Napoli 1 "per affrontare le questioni relative al futuro del San Gennaro".

18 OTT - “Il Presidente della Regione Vincenzo De Luca incontrerà domani la direzione generale dell’Asl Napoli 1 per affrontare le questioni relative al futuro dell’Ospedale San Gennaro di Napoli. Struttura quest’ultima, che come più volte chiarito per tutti gli ospedali della città di Napoli, non sarà chiusa”. Ad affermarlo è una nota diffusa dalla Giunta poco dopo che la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino, componente della Commissione Sanità, era tornata a lanciare l'allarme sulla chiusura dell'ospedale.
 
“Come si può consentire lo smantellamento e il trasferimento del reparto di Ematologia dall’ospedale San Gennaro all’Ascalesi senza tutelare minimamente le condizioni dei ricoverati definiti ‘pazienti fragili’ per i quali ogni minimo stress può aggravare la loro condizione?”, chiedeva Ciarambino nella nota in cui si riferiva che, secondo quanto "disposto dal direttore del Dipartimento di assistenza ospedaliera", sarebbe stato ordinato "il trasferimento del personale e l’allocazione delle strutture all’ospedale Ascalesi da compiersi tra il 17 e il 21 ottobre, senza però tenere in alcuna considerazione l’esigenza di una pianificazione a tutela della salute dei pazienti ricoverati”.

“In ematologia attualmente ci sono dieci ricoverati più altri due appoggiati nel reparto di medicina ancora in fase di osservazione - proseguiva la nota di Ciarambino - i pazienti hanno patologie gravi come leucemie e linfomi”. “Vorremmo capire chi si è assunto la responsabilità di avviare il trasferimento - denunciava la considera - e mettere deliberatamente a rischio la salute dei ricoverati. Tutti i cittadini devono sapere quanto la politica di questa Regione calpesta il loro diritto alla salute per fare gli interessi di chi sa chi”. “Non si tiene conto dei ‘pazienti fragili’, della loro condizione di immunodepressione che li espone al grave rischio di infezione  - aggiunge - non è stato dato il tempo di dimettere i ricoverati o quanto meno di metterli in sicurezza”.

“Logica voleva che si bloccassero i nuovi ricoveri – proseguiva Ciarambino - e si attendessero le dimissioni dei pazienti ricoverati coi tempi dovuti, come tra l’altro richiesto in una nota ufficiale dai vertici del reparto. Oggi invece è comparsa già la ditta di traslochi  e sono partiti gli ordini di servizio per il trasferimento del personale in forze all’ospedale San Gennaro. Una follia portata avanti con spregiudicatezza mi chiedo che fine faranno i pazienti? Di chi sarà la responsabilità se si complicherà il loro quadro clinico?. A quanto dichiarato dal direttore sanitario in un colloquio dei giorni scorsi, la sua proposta é di sistemare temporaneamente i pazienti oncoematologici nel reparto di medicina - rincarava la dose la consigliera - tra l’altro non attrezzato per erogare cure e assistenza e incompatibile con lo status di quel tipo di ammalato”.

Ciarambino quindi chiedeva “chiarezza su questa procedura scellerata. Ribadiamo ancora una volta la nostra contrarietà allo smantellamento e chiusura dell’ospedale San Gennaro, un presidio ristrutturato appena due anni fa con reparti e personale eccellente”. “Non sappiamo neppure se l’ospedale Ascalesi sia idoneo ad accogliere i reparti del San Gennaro spaccato drammatico di come è amministrata la sanità campana del noto duo Polimeni-De Luca”.

“Abbiamo richiesto un'audizione congiunta in Commissione Sanità e Trasparenza - concludeva Ciarambino - dei vertici dell’Asl Napoli 1 e del presidio ospedaliero perché è assurdo che come sempre queste decisioni si adottino senza una programmazione, tenendo la popolazione all’oscuro e tenendo, cosa più grave, gli stessi operatori ignari del loro destino lavorativo”.

18 ottobre 2016
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