Abusi a Piacenza. Anaao esprime solidarietà alle vittime e denuncia: “Serve una riflessione profonda”
Dopo l’arresto del primario dell’Ospedale di Piacenza accusato di abusi sessuali su colleghe e infermiere, Anaao Assomed interviene con una dura condanna e un appello a ripensare le dinamiche di potere nelle strutture sanitarie. Il segretario Pierino Di Silverio invoca riforme organizzative per tutelare le vittime e spezzare il silenzio.
08 MAG - Dopo l’arresto del primario dell’Ospedale di Piacenza accusato di violenze e abusi sessuali nei confronti di dottoresse e infermiere, l’Anaao Assomed rompe il silenzio e prende posizione con un comunicato dai toni netti. Solidarietà alle vittime, ferma condanna degli abusi e un invito esplicito a riformare le strutture sanitarie per prevenire comportamenti predatori. È questo il cuore della presa di posizione dell’organizzazione guidata da
Pierino Di Silverio, che non nasconde lo sconcerto per il clima di omertà emerso dalle cronache.
Una condanna senza riserve. “La nostra solidarietà va alle colleghe coinvolta - afferma Di Silverio -. Difenderemo sempre chi si trova in posizione di debolezza nella catena professionale, vittime di arroganza e prepotenza”. Parole dure, che colpiscono soprattutto per la riflessione sul contesto in cui si sarebbero verificati i fatti. “È inaccettabile che un ospedale, luogo deputato alla cura e alla tutela della salute, venga rappresentato come un ambiente in cui ‘tutti sapevano ma nessuno interveniva’”.
Secondo Anaao Assomed, ciò che desta maggiore inquietudine non è solo l’azione criminale di un singolo, ma l’apparente indifferenza del contesto. “I commenti nei corridoi, i suggerimenti sussurrati e mai denunciati – sottolinea il segretario – hanno consentito il perpetrarsi di soprusi da parte di chi abusava del proprio potere gerarchico”.
Chiamata alla responsabilità organizzativa. Di Silverio richiama inoltre le direzioni aziendali sanitarie a un’assunzione di responsabilità concreta: “Non basta limitarsi a una presa d’atto. Serve una riflessione strutturale sui meccanismi che permettono la nascita e la diffusione di comportamenti prevaricatori”.
Secondo il sindacato, è necessario introdurre innovazioni organizzative che tutelino realmente le vittime e offrano punti di ascolto sicuri, capaci di spezzare il timore di ritorsioni e isolare tempestivamente i comportamenti devianti.
Ospedale come luogo sicuro, non di malaffare. “La giustizia seguirà il suo corso”, conclude Di Silverio. “Ma è urgente che le organizzazioni professionali e sindacali si interroghino su come il luogo di lavoro, che dovrebbe essere tempio della dedizione e del servizio, sia potuto diventare teatro di malaffare”.
08 maggio 2025
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