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Biotestamento: Veronesi, “Meglio senza legge”. Roccella: “Sbagliato parlare di ‘vita artificiale’”


In un’intervista al Corriere della Sera, l’oncologo spiega di essere contrario alla legge in discussione alla Camera perché, di fatto, “rende la vita artificiale un obbligo”. Ma per il sottosegretario alla Salute “la proposta di legge è basata su evidenze scientifiche: molte persone apparentemente non coscienti mostrano invece un’attività cerebrale”.

10 GEN - “Meglio nessuna legge” che quella in discussione alla Camera con la quale, di fatto, “la vita artificiale diventa un obbligo. Un obbligo di Stato contro diritti quali la libera scelta terapeutica, l'autodeterminazione, la responsabilità della propria vita”. A dichiararlo, in un’intervista al Corriere della Sera di oggi, è Umberto Veronesi, che a una legge simile dice di preferire “l’applicazione della Convenzione di Oviedo, firmata anche dall'Italia”, attraverso la quale “il testamento biologico troverebbe comunque il suo rispetto e la sua applicazione. Basta un notaio”.
“Oggi – afferma ancora Veronesi - la decisione di come e quando prolungare l`assistenza è completamente nelle mani dei medici, mentre invece è diritto inalienabile di ogni cittadino decidere se iniziare, o quando lasciare, il trattamento di sostegno”. L’oncologo ha quindi spiegato le proprie motivazioni per difendere questo diritto: “La mia paura non è la morte, ma la perdita delle facoltà mentali, della mia coscienza”. “In passato – ha aggiunto - c`era la paura di morire anzitempo. Oggi c`è quella di sopravvivere oltre il limite naturale della vita, in una condizione artificiale, priva di coscienza e di vita di relazione. Un limbo che pone la società di fronte a dilemmi sconosciuti alla storia e al pensiero”. “Dovesse accadere a me, già da ora ho deciso liberamente che non voglio trattamenti di sostegno”, compresa l`alimentazione e l`idratazione artificiale.

Nei confronti delle parole di Veronesi è arrivata la replica del sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, secondo la quale “stupisce che un grande medico come il Prof. Veronesi possa parlare di ‘vita artificiale’ a proposito degli stati vegetativi o addirittura di qualunque persona sia ‘priva di coscienza e di vita di relazione’, definizione che includerebbe molte forme di disabilità o patologie come l’Alzheimer”.
Rocella ha quindi osservato che “non è sulla fede ma sulle conoscenze scientifiche che il progetto di legge sul biotestamento si basa, per fornire le necessarie garanzie a tutela della vita: la ricerca infatti ha evidenziato che molte persone apparentemente non coscienti mostrano invece un’attività cerebrale inaspettata, su cui ancora si sta indagando; e non è affatto escluso che si possano trovare nuove terapie come potrebbero indicare alcuni casi di ‘risveglio’ ottenuti con nuove e semplici tecniche”.
Secondo il sottosegretario, inoltre, “l’autodeterminazione, poi, su cui il Prof. Veronesi tanto insiste, non può essere un criterio assoluto scisso dal contesto scientifico, medico e relazionale: se fosse così, qualunque paziente potrebbe esigere da un medico un trattamento che quest’ultimo giudica inappropriato o persino dannoso. La professionalità e l’autonomia del medico – conclude Roccella - vanno tutelate e va mantenuta, come garanzia per i cittadini, la vocazione del Servizio Sanitario Nazionale alla cura dei malati e al favor vitae”.
 
 

10 gennaio 2011
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