Brindisi. Aggredita dottoressa di Guardia medica. Anelli (Fnomceo): “Ormai è bollettino di guerra. Cosa aspettano le Istituzioni?”

Brindisi. Aggredita dottoressa di Guardia medica. Anelli (Fnomceo): “Ormai è bollettino di guerra. Cosa aspettano le Istituzioni?”

Brindisi. Aggredita dottoressa di Guardia medica. Anelli (Fnomceo): “Ormai è bollettino di guerra. Cosa aspettano le Istituzioni?”
La dottoressa è stata aggredita all’alba di domenica da un uomo armato di bastone, al quale alcune ore prima aveva rifiutato la prescrizione di farmaci antipsicotici. Fortunatamente è riuscita a barricarsi all’interno della postazione e si è evitato il peggio. “Non bastano più le dichiarazioni d’intenti e la solidarietà”.

Una dottoressa sola, in una postazione di guardia medica isolata, aggredita all’alba di domenica da un uomo armato di bastone, al quale alcune ore prima aveva rifiutato la prescrizione di farmaci antipsicotici.Sembra la scena di un film dell’orrore, invece è accaduto nelle prime ore di lunedì mattina a San Michele Salentino, in provincia di Brindisi. L’epilogo poteva essere drammatico: solo il sangue freddo della dottoressa, che si è barricata all’interno, ha evitato il peggio.
 
Ora dall’Ufficio Legale della Fimmg di Brindisi arriva una diffida alla Asl, per richiedere un intervento urgente al fine di garantire la sicurezza delle sedi di continuità assistenziale. 

Solidarietà arriva anche dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. “Ormai è un vero e proprio bollettino di guerra – afferma il presidente, Filippo Anelli -. Siamo costretti a denunciare l’ennesima aggressione a una collega, aggressione che era del tutto prevedibile e prevenibile: già nel pomeriggio, infatti, l’uomo, che era ben noto alle forse dell’Ordine, aveva chiamato il 118 pretendendo la prescrizione, ed erano stati gli stessi carabinieri a scortare a casa sua la dottoressa. Eppure, poche ore dopo, l’uomo ha trovato la collega da sola, in un contesto di totale insicurezza. Poteva essere un’altra tragedia, come l’uccisione di Paola Labriola o la violenza a Serafina Strano”.
 
“Cosa aspettano le Istituzioni, la Politica, a intervenire? – si accalora Anelli -. Non bastano le dichiarazioni di intenti, non basta neppure più la solidarietà. Noi non rimarremo inerti, aspettando un’altra vittima”. 

31 Ottobre 2018

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