Papa Francesco: “Aborto, eutanasia ma anche lasciar morire i nostri fratelli sui barconi e le morti sul lavoro sono tutti attentati alla vita”

Papa Francesco: “Aborto, eutanasia ma anche lasciar morire i nostri fratelli sui barconi e le morti sul lavoro sono tutti attentati alla vita”

Papa Francesco: “Aborto, eutanasia ma anche lasciar morire i nostri fratelli sui barconi e le morti sul lavoro sono tutti attentati alla vita”
Lo ha detto oggi il Papa nell’udienza con l’Associazione Scienza e Vita. “La tutela e la promozione della vita rappresentano un compito fondamentale, tanto più in una società segnata dalla logica negativa dello scarto. Per questo, vedo la vostra Associazione come delle mani che si tendono verso altre mani e sostengono la vita”

“Il vostro servizio a favore della persona umana è importante e incoraggiante. Infatti la tutela e la promozione della vita rappresentano un compito fondamentale, tanto più in una società segnata dalla logica negativa dello scarto. Per questo, vedo la vostra Associazione come delle mani che si tendono verso altre mani e sostengono la vita”. Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai partecipanti all’udienza dell’Associazione Scienza e Vita in occasione 10° anniversario dell’associazione.
 
"È un sfida impegnativa, nella quale vi guidano gli atteggiamenti dell’apertura, dell’attenzione, della prossimità all’uomo nella sua situazione concreta. Questo è molto buono. Le mani che si stringono non garantiscono solo solidità ed equilibrio, ma trasmettono anche calore umano.
Per tutelare la persona voi ponete al centro due azioni essenziali: uscire per incontrare incontrare per sorreggere. Il dinamismo comune di questo movimento va dal centro verso le periferie. Al centro c’è Cristo. E da questa centralità vi orientate verso le diverse condizioni della vita umana.
 
“Vi invito a mantenere alto lo sguardo sulla sacralità di ogni persona umana ha aggiunto il pontefice – perché la scienza sia veramente al servizio dell’uomo, e non l’uomo al servizio della scienza”.
 
“La riflessione scientifica – ha sottolineato Papa Francesco – utilizza la lente d’ingrandimento per soffermarsi ad analizzare determinati particolari. E grazie anche a questa capacità di analisi noi ribadiamo che una società giusta riconosce come primario il diritto alla vita dal concepimento fino al suo termine naturale. Vorrei, però, che andassimo oltre, e che pensassimo con attenzione al tempo che unisce l’inizio con la fine. Pertanto, riconoscendo il valore inestimabile della vita umana, dobbiamo anche riflettere sull’uso che ne facciamo. La vita è innanzitutto dono. Ma questa realtà genera speranza e futuro se viene vivificata da legami fecondi, da relazioni familiari e sociali che aprono nuove prospettive”.
 
“Il grado di progresso di una civiltà – ha aggiunto – si misura proprio dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili, più che dalla diffusione di strumenti tecnologici. Quando parliamo dell’uomo, non dimentichiamo mai tutti gli attentati alla sacralità della vita umana. È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente”.

30 Maggio 2015

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