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Ambulatorio infermieristico nei Pronto Soccorso per i codici minori. A Rimini parte la sperimentazione

Il progetto, pensato per decongestionare i Pronto Soccorso, è ispirato al “See and Treat” e consiste in un modello di risposta assistenziale a quella casistica “che, in uno scenario futuro, non dovrà giungere in Pronto Soccorso, ma potrà essere più appropriatamente trattata negli ambulatori infermieristici territoriali (es. Case della Comunità”, spiega l’Ausl Romagne. Al paziente rimarrà comunque la possibilità di chiedere di essere trattato nell'ambulatorio medico di PS, seguendo il percorso tradizionale. In settimana partirà il corso di formazione per gli infermieri che lavoreranno nell’ambulatorio.

25 GEN - Sarà attivato ad aprile, nell’Ausl Romagna e in particolare all’ospedale di Rimini, in via sperimentale, un ambulatorio a gestione infermieristica dei codici minori al Pronto Soccorso. Un progetto pensato per decongestionare i Pronto Soccorso, affidando agli infermieri i codici minori, e sul quale , la Direzione Generale di Ausl Romagna ha deciso di intervenire su una nota di chiarimento per fugare ogni dubbio in merito al rischio che agli infermieri siano trasferiti casi che richiedano competenze mediche e specialistiche. Anzi, al paziente rimarrà la possibilità scegliere di effettuare il percorso tradizionale, dunque di essere visitato dal medico in ogni caso.

“Il progetto dell'ambulatorio a gestione infermieristica ispirato al “See and Treat” (Vedi e Tratta) – si legge dunque nella nota della Direzione generale - è un modello di risposta assistenziale a urgenze minori e predefinite, che si basa sull’adozione di specifici protocolli medico-infermieristici per il trattamento di problemi clinici preventivamente individuati. E’ un percorso cioè esclusivamente applicabile alla gestione della casistica a bassa intensità di cura e bassa complessità diagnostica. Per fare qualche esempio a mero titolo esemplificativo: Eritema solare, Arrossamento cutaneo, Cambio di medicazione/bendaggi, Punture di insetto, Iperemia congiuntivale senza altri sintomi, Rimozione anello, Rimozione di sutura ecc.). Si tratta di una casistica che, in uno scenario futuro, non dovrà giungere in Pronto Soccorso, ma potrà essere più appropriatamente trattata negli ambulatori infermieristici territoriali (es. Case della Comunità). Questo modello assistenziale non può perciò essere applicato alla gestione delle sintomatologie che necessitano approfondimenti specialistici (es. dolori addominali, sintomi neurologici, problematiche cardiovascolari o respiratorie...)”.

Chiarito questo aspetto, l’Ausl sottolinea i vantaggi di questo nuovo modello, cioè la “riduzione delle attese e dei tempi di permanenza dei pazienti con codici di bassa intensità che ricorrono al Pronto Soccorso per condizioni di urgenze minori e che attualmente seguono il percorso di tutti gli accessi al Ps, che prevedono come primo passaggio la visita medica, determinando tempi di attesa lunghi e utilizzando i medici in funzioni che potrebbero essere opportunamente svolte da personale infermieristico”.

“Il ‘See and Treat’ – sottolinea quindi l’Ausl ad ulteriore rassicurazione - è applicato in diverse realtà del panorama nazionale ed internazionale ed offre risultati riassumibili nella riduzione delle attese e dei tempi di permanenza dei pazienti con codice di bassa intensità che ricorrono al Pronto Soccorso per condizioni di urgenze minori ( codici bianchi e verdi). Questo percorso rappresenta la naturale evoluzione dell’autonomia professionale infermieristica nella gestione delle attività assistenziali, già operativa, ad esempio per il triage”.

Come funziona, dunque, il nuovo modello? “Prevede che il paziente con problematica eleggibile per il percorso, già a partire dal triage, sia informato in merito alla possibilità di essere trattato nell'ambulatorio con infermiere, il quale applicherà il protocollo di riferimento per la problematica riferita, avvalendosi del supporto del medico tutor. Qualora il paziente desideri essere trattato nell'ambulatorio medico di Pronto Soccorso, potrà esprimere la sua volontà ed effettuare il percorso tradizionale”, spiega l’Ausl. Nell’altro caso “il paziente viene preso in carico in una determinata area del Pronto Soccorso, contigua alla Continuità Assistenziale e idonea allo svolgimento delle funzioni previste dai citati protocolli medico-infermieristici, approvati dalla Direzione Sanitaria, ove l’infermiere, in possesso di formazione specifica, applica le procedure del caso e, previa condivisione con il medico, assicura il completamento del percorso”.

In Azienda Romagna, il progetto è stato discusso in Collegio di Direzione ed entro questa settimana, fa sapere la Direzione generale, “partirà il corso di formazione, condiviso nei contenuti formativi all’interno del Dipartimento Emergenza-Cardiologico-Internistico dell'ambito di Rimini, dedicato agli infermieri esperti di Pronto soccorso/Triage che, insieme a medici tutor (di riferimento), consolideranno la conoscenza dei percorsi di trattamento assistenziale e le modalità organizzative, in aderenza a quanto riportano le norme e la letteratura in merito”.

Gli infermieri coinvolti sono stati identificati in relazione alla loro esperienza e competenza in triage (pari ad almeno 3 anni) e verranno formati da medici esperti. Il corso prevede 120 ore formative suddivise in 60 ore di formazione residenziale e 60 di formazione sul campo.

L’inizio del progetto sperimentale dell'ambulatorio a gestione infermieristica, all'interno del Pronto Soccorso di Rimini, è prevista entro aprile 2023; “fin dai primi mesi verrà monitorata l’attività, al fine di valutare ed identificare punti critici ed aree di miglioramento”, fa sapere la Ausl.

25 gennaio 2023
© Riproduzione riservata

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