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Emilia Romagna. Commissione Salute approva risoluzione per il riconoscimento della figura del clownterapista


Nel documento si chiede di definire per i clownterapisti “idonei standard formativi in collaborazione con le associazioni e i professionisti del settore”. La Federazione nazionale clown dottori evidenzia: “E’ stato avvalorato più volte da più studi che l’intervento dei clown ha effetti benefici come ridurre l’ansia e migliorare l’ospedalizzazione”.

04 MAG - “L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna chiede all’unanimità alla Regione di ‘inserire la figura del clownterapista nel Repertorio regionale delle qualifiche, definendone gli idonei standard formativi in collaborazione con le associazioni e i professionisti del settore’”. Così una nota del consiglio regionale annuncia l’approvazione, lunedì, in commissione Politiche per le salute e politiche sociali do una risoluzione che impegna la Giunta a “supportare l’attività dei clownterapisti in corsia, attraverso ogni iniziativa che si ritenga utile, negli ospedali e nelle strutture socio-sanitarie della Regione”.

“La figura del clownterapista – si ribadisce nel documento - necessita di una formazione specifica e molto ampia, che spazia dalle competenze teatrali e di clownerie a quello di tipo socio-psicologico, senza dimenticare le nozioni minime di anatomia e patologia che consentono al professionista di lavorare proficuamente accanto ai sanitari in situazioni di forte stress emotivo e senza rischio di burn-out”.

La risoluzione sottolinea poi che “sono molte in Emilia-Romagna le associazioni che, in maniera del tutto gratuita, formano i clown volontari che affiancano medici e personale sanitario in corsia, portando sollievo e spensieratezza ai pazienti di tutte le età, a partire dai più piccoli” ma, specifica, “si reggono unicamente su un’encomiabile ed indispensabile opera di volontariato”.

Al dibattito, riferisce la nota del consiglio, è seguita l’audizione di due esponenti della Federazione nazionale clown dottori, che hanno evidenziato come, “da quando è nata, nel 2005, la nostra associazione chiede che questa figura possa avere un riconoscimento formale: adesso chiunque può improvvisarsi clown, o, ancora peggio, può dire di fare il clown in corsia: esistono infatti quelli che noi definiamo ‘clown tarocchi’, che dicono di fare attività e invece non la fanno, raccogliendo però offerte”.

La Federazione, spiegano, “riunisce una serie di altre associazioni sul territorio nazionale, e tutte si basano sulla autoregolamentazione dei propri iscritti: tra i requisiti rientrano 200 ore di formazione in ingresso, la supervisione psicologica obbligatoria, i ritorni in formazione obbligatoria, il rispetto del codice etico e del codice deontologico”.

In Itali, riferisce il consiglio regionale, sono circa 6.500 i clownterapisti e, spiega la Federazione nazionale clown dottori, “sono tanto volontari improvvisati che artisti di strada professionisti formati ad hoc: ad esempio a Bologna abbiamo dei master universitari, all’estero addirittura ci sono dei corsi di laurea”. Di sicuro, continuano, “è stato avvalorato più volte da più studi che l’intervento dei clown ha effetti benefici come ridurre l’ansia e migliorare l’ospedalizzazione”.

04 maggio 2016
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