Ricerca  e assistenza socio sanitaria. Federsanità Anci sigla Protocollo intesa per progetti europei

Ricerca  e assistenza socio sanitaria. Federsanità Anci sigla Protocollo intesa per progetti europei

Ricerca  e assistenza socio sanitaria. Federsanità Anci sigla Protocollo intesa per progetti europei
L'accordo con EU-Open per garantire una adeguata rappresentatività presso le Istituzioni Europee e le agenzie europee  e per avviare e gestire, mediante apposita procura, le conseguenti relazioni nel contesto delle stesse.

Una partnership per lo sviluppo e la gestione di progetti comunitari nelle materie afferenti alla ricerca biomedica e all’assistenza socio sanitaria nelle sue più ampie accezioni e, in particolare, nel programma Health 2020 e Horizon 2020 promosse dall’Unione Europea. E’ quanto hanno avviato Federsanità ANCI e Eu-Open con la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa per garantire una adeguata rappresentatività presso le Istituzioni Europee e le agenzie europee  e per avviare e gestire, mediante apposita procura, le conseguenti relazioni nel contesto delle stesse.
 
“I processi di integrazione politica e sociale dell’Unione Europea assegnano un valore crescente alle politiche sociali e sanitarie dei Paesi Membri ha dichiarato Angelo Lino Del Favero Presidente di Federsanità ANCI anche in una prospettiva di maggiore coesione fra gli stessi, consentendo ad esempio la libera circolazione dei cittadini-pazienti al fine di essere assistiti e quindi eventualmente sottoposti a trattamenti sanitari al di fuori dei propri confini nazionali e nel contempo la possibilità di mutuo riconoscimento e abilitazione alle professioni sanitarie nei suoi vari gradi e discipline nel contesto dell’Unione Europea”.
 
Scopo del Protocollo d’Intesa è avviare un miglioramento della comunicazione sanitaria, finalizzato a fornire ai cittadini gli strumenti per un corretto uso delle informazioni, necessario al fine di orientare i medesimi verso scelte consapevoli ed evitare quindi il ricorso a cure inappropriate e/o scientificamente non validate. La libera circolazione dei pazienti-cittadini nei Paesi dell’Unione (Direttiva Europea 24/2011) può, inoltre, se non contestualizzata in una nuova cultura della salute, accrescere il livello di disorientamento nei cittadini stessi.
 
“La partecipazione dei pazienti-cittadini Europei alle attività di Ricerca Biomedica è regolata da Direttive Europee, tra cui la 20/2001 sulla sperimentazione clinica e la 28/2005 sulle buone pratiche cliniche (c.d. “Good Clinical Practices”) – ha spiegato Paolo Stocco di Eu-Open questo determina la necessità per tutti gli operatori del Sistema Sanitario Nazionale di conoscere e approfondire le caratteristiche ed il funzionamento dei Sistemi Sanitari degli altri Stati Membri e ciò richiede attività di informazione e formazione, scambio al fine di incrementare la competitività degli operatori stessi”.
 
L’Accordo prevede supporto e assistenza in relazione ad informazione e formazione sui Programmi Comunitari, oltre a servizi di Capacity Building e Project Management.
“E’ essenziale accrescere il livello di competitività delle aziende sanitarie nell’ambito dei progetti europei – ha concluso Del Favero – al fine di ottenere risorse ulteriori per lo sviluppo della ricerca e del miglioramento delle ”best practices”, anche in considerazione dell’oggettiva minor competitività del nostro Paese in tale ambito”.
 
Teresa Bonacci
Ufficio stampa Federsanità ANCI

02 Ottobre 2013

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