Rischio clinico. La necessità di riposizionare il paziente al centro

Rischio clinico. La necessità di riposizionare il paziente al centro

Rischio clinico. La necessità di riposizionare il paziente al centro
La strada da seguire non è quella di far diminuire le richieste di risarcimento ma di far diminuire il rischio dei pazienti di subire danni. Riflessioni sul report Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente della Toscana

Nelle scorse settimane sono apparsi su alcuni giornali locali della Toscana articoli relativi agli ultimi dati diffusi dal Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente della Regione sugli errori clinici nelle strutture sanitarie toscane: si parla di 1500 errori che registrano, secondo quanto riportato, un aumento delle infezioni post-chirurgiche. L’articolo parla di quattro infezioni al giorno, di riammissioni in ospedale dopo le dimissioni  e di cadute, indicandole come maggiore causa di morte.
 
Si tratta di cifre che impongono una riflessione, soprattutto perché si verificano in una regione, la Toscana, dove c’è una storica tradizione di gestione del rischio clinico e dove le iniziative di prevenzione sono attive da tempo. In ogni attività umana l'errore è insito nell’uomo stesso. Il rischio si può gestire ed è quindi un obbligo etico e deontologico farlo, dopo averlo conosciuto, ma bisogna attuare una rivoluzione concettuale e passare dal "Chi è stato?"  al “Perché è accaduto?".
 
Oltre l’80 per cento degli errori avvenuti in sanità non sono ascrivibili  ai medici o agli infermieri  che sbagliano come indica il titolo dell’articolo,  ma a rilevanti carenze di chi avrebbe dovuto organizzare il percorso e, al contrario, non lo ha fatto.
 
Appare  stridente  da parte di operatori del rischio sentir dire  che la colpa è dell’operatore quando  non si è messo in sicurezza quel percorso.
Casi eclatanti, come quelli citati, sono la prova provata della carenza di organizzazione e non della "colpa" del singolo operatore.
 
Fondare le iniziative di prevenzione su indicatori internazionali, seppur autorevolmente validati, o su grandi numeri che poco hanno a che fare con la realtà quotidiana delle strutture ospedaliere del territorio è già di per se un errore.
Del resto la nostra sanità è riconosciuta tra le migliori al mondo e non ha necessità di copiare modelli poco attuabili nella nostra cultura.
 
I casi che vengono raccontati sulla stampa fanno riferimento a errori certamente con ricadute gravi sui pazienti, ma che avrebbero potuto avere esito diverso se soltanto si fossero messe in atto adeguate misure organizzative nelle procedure clinico assistenziali e se, per dirlo con una vecchia frase, “si fossero sollevati i sassi” per controllare quel percorso.
 
Il report della Regione Toscana, a cui i dati sopra citati fanno riferimento, si conclude con la problematica delle richieste di risarcimento che ovviamente aumentano nel caso in cui aumentano i danni subiti dai pazienti.
 
Non dimentichiamoci però che la strada da seguire non è quella di far diminuire le richieste di risarcimento ma di far diminuire il rischio dei pazienti di subire danni. L’obiettivo è quindi,  riposizionare il “paziente al centro”  anche attraverso quel necessario cambiamento culturale che passa per una visione kantiana dell’uomo come fine e non come mezzo.
 
Enzo Chilelli
Direttore Generale Federsanità Anci

Enzo Chilelli

03 Ottobre 2015

© Riproduzione riservata

Direttori sanitari presentano 5 misure concrete per rafforzare il loro ruolo strategico
Direttori sanitari presentano 5 misure concrete per rafforzare il loro ruolo strategico

Cinque le misure concrete, volte a rafforzare e valorizzare il ruolo strategico del direttore sanitario che opera nelle aziende ospedaliere e sanitarie italiane, risultato di un percorso avviato un anno...

Continuità, integrazione Ospedale-Territorio e Integrated Care: un approccio multidisciplinare per il futuro della Sanità
Continuità, integrazione Ospedale-Territorio e Integrated Care: un approccio multidisciplinare per il futuro della Sanità

La tematica dell'integrazione tra ospedale e territorio è stata al centro dell'attenzione di Federsanità-Anci negli ultimi 30 anni, eppure permane ancora un elemento critico e sostanzialmente irrisolto nel sistema sanitario...

I 30 anni di Federsanità. D’Alba: “Un sistema più vicino alle persone e ai territori”
I 30 anni di Federsanità. D’Alba: “Un sistema più vicino alle persone e ai territori”

“Federsanità guarda al futuro del sistema sanitario e sociosanitario italiano con una visione ambiziosa e innovativa, attraverso un percorso di riflessione strategica e di futures thinking che guideranno, nei prossimi...

Si apre il Trentennale di Federsanità. Schillaci: “Fondamentale l’integrazione socio sanitaria”. D’Alba: “Serve nuova narrazione della sanità pubblica”
Si apre il Trentennale di Federsanità. Schillaci: “Fondamentale l’integrazione socio sanitaria”. D’Alba: “Serve nuova narrazione della sanità pubblica”

“La celebrazione del trentennale di Federsanità è un’occasione preziosa per riflettere sulla portata dei cambiamenti demografici, epidemiologici e sociali intervenuti in questo trentennio e sulla capacità del sistema sanitario nazionale...