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Emicrania infantile. Casi in aumento, 56 diagnosi nel 2022 all’Irccs Burlo Garofolo

Nel 2019 i casi diagnosticati dalla neuropsichiatria infantile di Trieste erano stati 20. Molteplici le cause, dagli effetti stressogeni a cui un adolescente è sottoposto al nuovo approccio dei medici, negli ultimi tempi più attenti a cogliere i sintomi. “E' una delle principali cause di disabilità, collocandosi al 2° posto dopo la lombalgia, ma molto dipende dai fattori stressogeni, come lo ha dimostrato la pandemia”, spiega Maria Elisa Morelli, neuropsichiatra del Burlo.

15 MAR - Nell’Irccs Materno-Infantile Burlo Garofolo, le prime visite con diagnosi finale di emicrania sono passate da 20 nel 2019, a 33 nel 2020, a 36 nel 2021, a 56 nel 2022. Le visite di controllo con diagnosi finale di emicrania sono passate da 27 nel 2019, a 14 nel 2020 (con una deflessione in epoca Covid19), a 30 nel 2021, a 65 nel 2022. È questo il bilancio che fa la dottoressa Maria Elisa Morelli neuropsichiatra del Burlo, prendendo come riferimento gli anni 2019-2022.

“Questo disturbo – spiega - è una delle principali cause di disabilità, collocandosi al 2° posto dopo la lombalgia. In particolare, con il termine emicrania, si identificano un gruppo di cefalee primarie caratterizzate da episodi ricorrenti di cefalee pulsanti, spesso associate a sintomi quali fastidio a luci e/o rumori (detti fotofobia e fonofobia), nausea e/o vomito. Un problema molto significativo per i bambini dato che la prevalenza dell'emicrania aumenta durante l'infanzia (raggiungendo il 2,5% nei bambini di età inferiore ai 7 anni) e in particolare durante l'adolescenza (raggiungendo il 5% all’età di 10anni) ed è una delle principali cause di invalidità in tali fascia di età”.

“Nello specifico – continua la neuropsichiatria del Burlo – prima della pubertà, bambini e bambine sono colpiti allo stesso modo, mentre durante la pubertà, l'emicrania diventa più frequente nelle ragazze che nei ragazzi. L'emicrania cronica, ovvero l'emicrania che si presenta almeno15 giorni al mese per almeno 3 mesi, colpisce quasi l’1% dei bambini dai 5 ai 12 anni e circa l'1-2% degli adolescenti dai 12 ai 17 anni. L'emicrania cronica è associata a un maggior numero di assenze e a una riduzione delle prestazioni a scuola. È stato peraltro osservato che i bambini provenienti da contesti socio-economicamente svantaggiati sono a maggior rischio di sviluppare un’emicrania cronica”.

L’emicrania cronica, da non confondere con i “banali” mal di tesa, crea in molti pazienti disturbi quotidiani o quasi giornalieri di gravità da bassa a moderata con caratteristiche emicraniche meno evidenti, cui si sovrappongono esacerbazioni del dolore con caratteristiche emicraniche più prominenti di fastidio alle luci, ai suoni o agli odori, nausea, vomito e dolore suscitato da uno stimolo cutaneo che normalmente non è in grado di provocare una sensazione dolorosa (allodinia cutanea).

Al netto del primo fattore come l’ereditarietà, le cause che hanno provocato l’aumento di questi tipi di disturbi e che colpiscono le persone in età adolescenziali, per la dott.ssa Morelli sono molteplici, ma con un mcm, lo stress. Le cefalee sono ad esempio un prodotto dello stress, ma molto è stato dovuto alla DAD nel periodo pandemico, ma anche una maggiore attenzione a questa condizione da parte dei medici che viene sempre più presa in considerazione e valorizzata in età evolutiva, passando da una formazione dei neurologi e neuropsichiatri più mirata per una maggiore identificazione.

Per quanto invalidante, l’emicrania può essere curata attraverso due approcci in particolare, secondo quanto spiegato dai responsabili della Neuropsichiatria Infantile del Burlo, che sono: la terapia dell’attacco acuto e la terapia di profilassi.

“Educare il paziente, le famiglie, la scuola e tutti gli operatori coinvolti – affermano - è un aspetto importante nella cura dell’emicrania. La compilazione del diario delle cefalee aiuta a identificare in ogni singolo paziente il tipo di cefalea, le caratteristiche degli attacchi e la risposta al trattamento. In ogni caso – proseguono - quando si sviluppa un attacco di emicrania, si consiglia di far riposare o dormire il paziente in una stanza buia e silenziosa. L'uso precoce di un farmaco adeguato (a seconda dell’età del paziente e dell’intensità dell’emicrania) durante l'attacco di emicrania è, poi, un principio importante del trattamento acuto. Infine tutti i bambini e gli adolescenti con emicrania dovrebbero essere educati a adottare uno stile di vita utile a controllare l’emicrania, che includa le seguenti misure: buona igiene del sonno, esercizio fisico regolare, pasti a orari regolari, adeguata assunzione di liquidi e gestione dei possibili fattori scatenanti”.

Endrius Salvalaggio

15 marzo 2023
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