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Trieste. L’ex Dg Zigrino (Aou) e l’ex Ds Faraguna (Burlo Garofolo) raccontano: “La fine degli anni ’70  per la sanità fu una rivoluzione”  

La nascita del Ssn, la costruzione di nuovi nosocomi, l’arrivo di importanti innovazioni in campo clinico. Gli anni a cavallo tra i ’70 e ’80 non potevano che essere carichi di entusiasmo per i medici. Ma poi arrivarono le crisi dei bilanci e lo sgretolamento dei servizi. Le storie dell'ex Dg dell'Aou di Trieste e dell'ex Direttore sanitario dell’Ospedale Burlo Garofolo, la loro analisi di come la sanità sia cambiata, sono state messe nero su bianco in un libro scritto a quattro mani, “Sanità dietro le quinte…a Trieste e dintorni”

18 DIC - Memorie ed esperienze di altri tempi di persone che dell’Ospedale presso cui hanno prestato il loro servizio ne hanno fatto la loro seconda casa. “Nella mia carriera sono sempre stato un pediatra in prima linea, occupandomi di malattie gravi in età pediatrica. Erano gli anni 80 quando abbiamo iniziato la nutrizione artificiale a domicilio per quei bambini che erano nati senza intestino - spiega il pediatra ed ex direttore sanitario, dott. Dino Faraguna, dell’Ospedale Burlo Garofolo di Trieste e di Monfalcone – “L’obbiettivo era quello di tenerli in vita e portarli ad un successivo trapianto in età adulta…Uno di quei piccoli pazienti, che ha subito negli anni 2000 il primo trapianto d’Italia, l’ho incontrato pochi giorni fa e sta benissimo. In quegli anni si lavorava tutti insieme e con molto entusiasmo. L’ambiente di lavoro del Burlo era fantastico”. ù
 
Negli anni però la sanità è molto cambiata: sono stati introdotti principi economici che prima non c’erano, così come sono cambiati i pazienti. E’ fuori discussione che il servizio sanitario nel nostro Paese è, e resta, uno dei migliori al mondo.
 
“Verso i primi anni 90 in FVG la degenza media era di circa trenta giorni con 1770 posti letto – spiega Zigrino – ora la degenza media è di circa 10 giorni con circa 800 posti letto. Negli ultimi anni tutto si è incentrato sull’efficienza e sul risparmio delle risorse e qualche volta a scapito del paziente. I politici a fronte di un problema non propongono soluzioni strutturali, ma scrivono decreti regionali dove impongono di rispettare quei “paletti”, come ad esempio di rispettare le liste d’attesa”.
 
Sempre Zigrino continua – “Senza generalizzare, per carità, in campo sanitario non è possibile dare risposte semplici a problemi complessi con slogan oppure con dei like su facebook. Non c’è più nessuno – o troppo pochi lo fanno - che si prendono la briga di approfondire le pratiche studiandole.  Oggi giorno c’è scarsa serietà da chi ci governa, con scarsa attenzione agli aspetti tecnici, senza la minima cognizione di causa. Un esempio che secondo me questa amministrazione non ha approfondito come avrebbe dovuto, è stata la decisione sulla fusione delle aziende territoriali con quelle ospedaliere. Queste nuove unità diventeranno dei “mostri” dove non ci sarà nessuno in grado di governarle. Le strutture ospedaliere sono estremamente diverse da quelle territoriali e viceversa. Bisogna farle lavorare in modo coordinato, questo si, se però le teniamo separate fra loro. E’ un esempio di come un’amministrazione ha messo assieme due mondi diversi nel principio dell’economicità facendo economie di scala che nel campo sanitario non sempre dà i risultati sperati”.
 
Distorsioni in ambito sanitario figlie di leggerezze da parte di chi ci governa, come sostiene il dott. Zigrino e il dott. Faraguna. Quest’ultimo, solleva altri punti che non trovano una spiegazione logica in ambito sanitario come ad esempio, a fronte di una caduta del numero delle nascite, siano venuti meno il numero dei pediatri. “Sembra paradossale, ma è così – illustra Faraguna – In tanti anni di lavoro ne abbiamo viste di tutti i colori. Siamo un paese che invece di difendere le nascite – incentivandole - difende i punti nascite.. che sono in calo. Se invece, vogliamo parlare di un altro grosso problema che ci tocca tutti e cioè la carenza dei medici, mancano perché vent’anni fa non c’è programmazione delle specializzazioni. Si sapeva già alla fine degli anni ‘90 che gli specializzandi sarebbero stati insufficienti. Vent’anni fa il Ministro alla Salute Rosy Bindi (1996-2000) proponeva gli Ospedali di insegnamento, proprio per venire incontro al problema della carenza dei medici. Nessuno l’ha mai ascoltata, in primis le Università che in quegli anni, all’interno del Parlamento, avevano grande spazio (la metà degli eletti erano professori universitari).  Se invece vogliamo parlare delle liste di attesa, anche questo problema andrebbe risolto con una programmazione sul numero di operatori che si hanno e con una riduzione delle richieste di prestazioni, potenzialmente infinite in sanità. Nella grande maggioranza si sa sono richieste improprie. Aumentare gli operatori non risolve, ingigantisce il problema e genera una spesa inutile”.
 
Recentemente sia il Dott Franco Zigrino che il Dott Dino Faraguna si sono incontrati e si sono raccontati vicendevolmente la loro rispettive esperienza di vita lavorativa.  Con caparbietà ed onestà si sono messi a scrivere un libro dal titolo “Sanità dietro le quinte…a Trieste e dintorni”. Un racconto da leggere tutto d’un fiato, leggero, divertente, ma anche incisivo e chiaro nella descrizione dei racconti di esperienze di lavoro all’interno di vari ospedali che negli anni si sono trasformati. Un libro edito da Libreria antiquaria Drogheria 28 del Dott. Simone Volpato, ovviamente in Trieste.
 
Endrius Salvalaggio

18 dicembre 2019
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