L’asma grave è in gran parte una patologia sommersa. La prevalenza della malattia negli studi epidemiologici presenta una notevole variabilità, compresa tra il 3.5% ed il 10%. Un ampio range che risente della diversità di fattori metodologici ed indica anche la difficoltà ad effettuare un percorso diagnostico univoco. Difficoltà che sono ancora più evidenti nella real life dove la sotto-diagnosi rappresenta un’importante barriera all’accesso a prestazioni specialistiche e ad un trattamento appropriato dei pazienti.
Inoltre, punto critico nel riconoscimento dell’asma grave è rappresentato dalla necessità di un’accurata differenziazione tra questa e l’asma “non controllata’’ che necessita di un percorso complesso multispecialistico e multidisciplinare. La corretta diagnosi rappresenta, inoltre, l’elemento nodale e necessario per consentire un’appropriata ed equa indicazione per la prescrizione dei farmaci biologici attualmente disponibili.
Ecco quindi che per dare uniformità nelle azioni necessarie a gestire la patologia è arrivato sul tavolo della Conferenza Stato Regioni, per ricevere l’accordo nella prima seduta utile, il documento “Elementi di indirizzo per la prevenzione e la gestione integrata dell’asma grave”.
Elaborato da GARD Italia (Global Alliance against Respiratory Diseases) - alleanza nazionale volontaria che coinvolge i principali stakeholder delle malattie respiratorie, come società scientifiche, associazioni dei pazienti, università e finalizzata all’elaborazione e all'applicazione di una strategia globale per contrastare le patologie respiratorie - recepisce le indicazioni della Regioni e delle società scientifiche coinvolte.
I numeri. La patologia, pur interessando solo il 3,5-10% degli asmatici ha un importante impatto di tipo sociale ed economico: è responsabile di più del 30-40% degli interi costi sociali dell’asma e determina una grave compromissione della qualità di vita del paziente.
Le frequenti riacutizzazioni, i sintomi che si presentano quotidianamente anche più volte il giorno, l’effetto collaterale dei farmaci e in particolare degli steroidi orali, si legge nel documento, condizionano un senso di fragilità emozionale che rendono tangibile al paziente l’esperienza negativa di “vivere con l’asma’’.
Gli obiettivi. Il documento mira, pertanto, a descrivere un percorso multidisciplinare e condiviso per pazienti affetti da asma grave che possa consentire di “definire gli strumenti utili a effettuare una diagnosi precoce corretta e appropriata della malattia, ridurre i tempi di attesa, favorire una maggiore accessibilità alle cure e l’ottimizzazione e personalizzazione della terapia in una visione value based healthcare”.
In sostanza, l’obiettivo è quello di proporre un “modello generale che possa essere utilizzato come matrice per PDTA Regionali e Aziendali e che consenta di promuovere la messa in rete delle risorse sanitarie presenti a livello ospedaliero e del territorio (Rete Ospedale-Territorio, Rete Regionale) al fine di massimizzare l’accessibilità, la presa in carico attiva dei pazienti, la continuità delle cure e l’integrazione tra diversi percorsi e competenze specialistiche”.
Si sottolinea inoltre l’utilità delle nuove tecnologie e della telemedicina come strumento di prossimità tra medico e paziente, la necessità di un follow up che inizi fin dall’infanzia e dall’adolescenza nella consapevolezza che l’asma infantile più condizionare quadri funzionali ostruttivi importanti in età adulta, il ruolo critico svolto dal Pronto Soccorso (PS), dai Medici di Medicina Generale (Mmg) e dai pediatri di libera scelta (PLS) per l’emersione dell’asma e dell’asma grave e per l’attivazione di percorsi di facilitazione e l’importanza di pacchetti ambulatoriali multispecialistici e multidisciplinari predefiniti.