In questa intervista a Quotidiano Sanità, Massimo Garavaglia (Lega) illustra le strategie della manovra recentemente varata dal Consiglio dei Ministri: dai 2,4 miliardi aggiuntivi per la sanità finanziati dal contributo bancario alla proposta di eliminare il payback per le aziende farmaceutiche, lasciando solo un tetto di spesa in capo alle Regioni. Il senatore leghista spiega inoltre la road map per chiudere la procedura d’infrazione Ue, condizione necessaria per evitare che le spese militari in ambito Nato impattino sul welfare.
Senatore Garavaglia, con la manovra, per il 2026, sono stati stanziati 2,4 miliardi aggiuntivi per la sanità, rispetto all’aumento già programmato dalla precedente legge di Bilancio. Innanzitutto, come avete fatto a reperire queste nuove risorse?
Ma è semplicissimo, con il contributo delle banche. Prima però serve una premessa.
Prego.
L’obiettivo primario è rimanere nel 3% del rapporto deficit/Pil e quindi chiudere la procedura di infrazione il prima possibile. Questo ha una logica che deve essere compresa. Se prima chiudi l’infrazione e dopo chiedi la clausola per le spese di difesa, quelle spese vengono considerate al di fuori e quindi non impattano più sul sociale e sanitario. È stato bravissimo Giorgetti a impostare il tutto per uscire il prima possibile dalla procedura d’infrazione.
Chiaro, quindi quello che era il timore principale, possiamo dire che è stato evitato.
Esatto. Altrimenti ci soffermiamo ad esaminare i dettagli ma non teniamo conto della cosa più importante.
E quindi cosa risponde all’accusa del M5S di non finanziare adeguatamente la sanità a causa delle sulla Difesa imposte dalla Nato?
I 5 Stelle vogliono uscire dalla Nato? Può anche essere un’idea, io non sono d’accordo, ma almeno lo dicessero chiaramente.
Torniamo al contributo delle banche…
Al di là dell’uscire dalla procedura d’infrazione, il contributo delle banche è stato essenziale. Senza sarebbe stato difficile mettere ulteriori risorse sulla sanità. Se il contributo delle banche andrà principalmente sull’Irap, e l’Irap finanzia la sanità, da dove arrivano i 2,4 miliardi se non dal contributo delle banche?
Meloni ha detto che il Fondo sanitario aumenterà di 7,4 miliardi nel 2026. Qual è la cifra corretta?
I 2,4 miliardi che aggiungiamo in questa manovra si devono sommare a quelli già previsti dalla precedente legge di Bilancio. Il Fondo sanitario salirà così a 142,9 miliardi. La quota di finanziamento del 2025 era di 136,5 miliardi. Quindi, a voler essere precisi, l’incremento per il 2026 sarà complessivamente di 6,4 miliardi.
Passiamo alla farmaceutica. Ha ancora senso mantenere il payback in capo alle aziende?
Allora, io faccio due ragionamenti. Uno molto semplice: sulle gare su farmaci carenti la soluzione è l’accordo quadro con più vincitori. Esiste già per i biosimilari, basta applicarlo massivamente. È previsto dal codice appalti, è una soluzione di buon senso.
Una soluzione che potrebbe essere portata a casa già in questa manovra?
Assolutamente sì, anzi, mi auguro che sia già nel testo base. Se così non dovesse essere proporremo un emendamento.
E sul payback?
Il payback è stato superato da una norma demenziale che premia chi sfora di più. Questa norma dimostra che la responsabilità è delle Regioni, non delle aziende. Possiamo quindi eliminare il payback per le aziende.
Eliminare il payback in capo alle aziende lasciandolo alle Regioni?
Basta mettere un tetto alle Regioni, che sarebbero le uniche a dover ristorare. Sarebbe un vantaggio enorme per il sistema farmaceutico italiano. A Wall Street c’è un warning sull’Italia per questa norma. Eliminando il payback per le aziende avvantaggeremmo il settore e gli investimenti.
Giovanni Rodriquez