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Dati sanitari all’Ibm? Lorenzin: “Assolutamente no. Notizie di stampa infondate”


Lo ha detto oggi la ministra al question time alla camera rispondendo all’on. Quintarelli (Misto-Civici e Innovatori). Il memorandum di intesa richiamato tra Governo e Ibm non contiene alcun riferimento a dati sanitari, tanto meno alla loro cessione, pertanto le informazioni di stampa riportate dagli interroganti non risultano fondate”.

13 DIC - Tra le interrogazione presentate alla ministra della salute Lorenzin oggi pomeriggio alla Camera anche una presentata dall’on. Giuseppe Stefano Quintarelli del gruppo Misto-Civici e Innovatori, riguardante una polemica esplosa nei giorni scorsi sui giornali  in merito all'accordo di collaborazione tra Governo italiano e Ibm sottoscritto nel marzo 2016, con particolare riferimento all'utilizzo dei dati sanitari dei cittadini
 
Ecco la trascrizione integrale del question time in oggetto:
 
Il quesito di Quintarelli. Nel viaggio a Boston del marzo 2016, il Governo avrebbe concluso un accordo di collaborazione con l'IBM finalizzato alla creazione di un polo di elaborazione dei dati sanitari nell'aria ex Expo a Milano.
 
Dalle cronache risulterebbe che il Governo, in cambio degli investimenti promessi dall'IBM, si sia impegnato a cedere tutti i dati sanitari relativi ai cittadini lombardi, “ivi incluso l'utilizzo secondario dei predetti dati sanitari per finalità ulteriori rispetto ai progetti”.
 
IBM avrebbe manifestato anche l'interesse a disporre dei dati sanitari di tutti i cittadini italiani; ciò eventualmente, in assenza di specifico consenso individuale al trattamento, configurerebbe una violazione di diritti e libertà individuali, pericolosa per i possibili usi distorti che potrebbero derivarne.
 
La direzione generale europea della concorrenza il 31 ottobre ha inviato una lettera all'Italia, chiedendo una riunione urgente con le autorità italiane e anche il Garante si è espresso su questo tema per dei chiarimenti, per cui credo che sia importante, signora Ministra, se ci può dire quali sono i termini dell'accordo di collaborazione tra il Governo italiano e l'IBM, grazie.
 
La risposta di Beatrice Lorenzin, Grazie, preliminarmente preciso che l'argomento oggetto dell'interrogazione esula dalle competenze dirette del mio dicastero e che si tratta di una vicenda della quale non mi sono personalmente interessata e di cui non ho pertanto conoscenza diretta.
 
Per tali ragioni, di seguito leggo la risposta all'interrogazione predisposta dagli uffici della Presidenza del consiglio dei ministri: con riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti, si precisa che il memorandum di intesa richiamato non contiene alcun riferimento a dati sanitari, tanto meno alla loro cessione, pertanto le informazioni di stampa riportate dagli interroganti non risultano fondate.
 
Il citato accordo ha un contenuto di massima e coinvolge la società IBM e prevede investimenti per un ammontare di circa 150 milioni di euro, destinati ad essere complementari alla costruzione del polo di ricerca Human Technopole, con il quale potrà operare in sinergia.
 
Nel contesto di questi iniziali indirizzi, la società si è impegnata a fornire le infrastrutture necessarie a supportare il programma di sviluppo con il quale, tra gli altri, si intende promuovere l'economia sanitaria e la sua efficienza, sostenendone la trasformazione digitale anche in ragione degli obiettivi posti dall'Agenda digitale italiana.
 
Con riferimento alle diverse tipologie di progetti che la società IBM vorrà eventualmente proporre, finalizzati ad ottimizzare l'economia sanitaria e l'efficienza della stessa, desidero sottolineare che nel caso dovrebbero comunque essere specificamente individuate le finalità del trattamento, la tipologia e la natura dei dati che si intendono trattare, oltre alle modalità e alle misure di sicurezza che sarebbe necessario adottare.
 
Tali attività si svolgerebbero naturalmente nel pieno rispetto delle disposizioni del codice in materia di protezione dei dati personali e soprattutto del nuovo Regolamento europeo n. 2016/679 sulla protezione dei dati personali.
 
Tali progetti pertanto, al fine di essere compatibili con le disposizioni richiamate, dovrebbero essere sottoposti alla valutazione dell'Autorità di protezione dei dati, che potrà prescrivere ogni misura ritenuta necessaria al fine di assicurare un'effettiva tutela dei dati e garantire il rispetto dei principi di liceità dei loro trattamenti.
 
Infine, per quanto attiene alla collaborazione potenziale tra IBM e Human Technopole, essendo quest'ultimo in una fase di avvio, nessuna azione è stata ancora presa.
 
La replica di Quintarelli. Grazie, Ministra, per essersi fatta portavoce di questa dichiarazione della Presidenza del Consiglio. Capiamo, quindi, che si tratta di un accordo di massima, che deve essere definito nei dettagli e, quindi, sarà compliant alle norme e questo naturalmente è bene.
 
Tuttavia, mi preme sottolineare alcune preoccupazione diciamo, perché il valore non solo scientifico, ma anche economico, in termini di sviluppo, ricerca e innovazione di un data set come quello di cui si sta parlando è ingentissimo ed è difficile da quantificare. E' molto difficile capire e fare un bilancio rischi/benefici di un trattamento di questo genere e, anche a essere benevoli per quanto riguarda questo rapporto, mi riesce difficile capire come sia possibile fare un accordo così rilevante su un tema così delicato, senza che ci sia una procedura che prenda in considerazione anche altri possibili partner, oltre a definire bene ex ante tutte le cautele del caso.
 
Il secondo appunto che desidero fare riguarda il fatto che, dal punto di vista giuridico, siamo in un momento di transizione, con il GDPR che entrerà in vigore nel 2018.
 
Gli interventi legislativi che abbiamo fatto con la legge europea, che hanno ad oggetto il riuso dei dati per fini di ricerca statistico-scientifica, appaiono slegati dal contesto e da un'attuazione sistematica e complessiva della legislazione italiana in termini di protezione dei dati, nonostante vi sia una delega al Governo per l'attuazione del GDPR, che avrà un impatto immediato sulla legislazione.
 
Questo si inserisce in un clima di forte preoccupazione, espressa da esperti non solo italiani - citavo prima anche la Commissione e lo stesso Garante - in merito a un accordo che, proprio per la sua rilevanza strategica ed economica ed essendo legato ai diritti degli individui, avrebbe bisogno di avere la massima chiarezza e trasparenza e, soprattutto, di prendere in considerazione anche fornitori alternativi, secondo quanto prevedono le norme.

13 dicembre 2017
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