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Manovra. I produttori di e-cig in rivolta: “Giù le mani dalla sigaretta elettronica”


Il Presidente dell’Anafe Roccatti contro le nuove tasse allo studio del Governo: “Il rischio è l’incremento del mercato illecito e un ritorno dei consumatori alle sigarette. Si tassi il fumo tradizionale, che causa 80.000 morti all’anno in Italia.”

25 OTT - “Stiamo assistendo in questi giorni al rincorrersi di ipotesi di aumenti di qualunque tipo di tassa pur di trovare le coperture necessarie per la manovra economica. A nome di oltre un milione di svapatori in Italia e di oltre 60.000 lavoratori nel settore del fumo elettronico, chiediamo a gran voce che non vengano toccate le sigarette elettroniche nel rispetto del principio finora seguito dal Governo di disincentivare l’utilizzo di prodotti dannosi. Gli aumenti di tasse vadano a colpire esclusivamente le sigarette tradizionali. E’ il consumo dei prodotti a combustione che provoca ogni anno - solo in Italia - 80.000 morti.”
 
Questo l’appello del Presidente di Anafe – l’Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico aderente a Confindustria – Umberto Roccatti sull’ipotesi di tassazione delle sigarette elettroniche, rivolto al Governo e in particolare al Ministro dell’Economia Gualtieri, ai Vice Ministri Misiani e Castelli e al Sottosegretario Baretta.
 
“Aumentare nuovamente le tasse sulle e-cig avrebbe il solo effetto di far tornare il mercato nel caos, favorendo di fatto un business parallelo, quello del mercato illegale (come avviene negli USA), che finalmente con l’attuale regolamentazione stiamo sconfiggendo. Inoltre, un possibile aumento della tassazione sulle sigarette elettroniche non solo incentiverebbe il ritorno dei consumatori alle sigarette tradizionali ma aumenterebbe di gran lunga il ricorso a metodi di miscelazione domestica, con la pericolosa pratica del “fai da te”, che comporta pericoli e danni per la salute del consumatore. Dopo anni di incertezza, l’Italia oggi ha un sistema fiscale sulle sigarette elettroniche che si pone come esempio a livello europeo, sia per la tutela della salute pubblica sia a garanzia del gettito erariale. Su quest’ultimo punto infatti non si può negare che la diminuzione delle accise ha comportato per il 2019 un aumento del gettito e ha posto le basi per lo sviluppo sano di un settore, che rappresenta un’eccellenza Made in Italy a livello internazionale” - conclude Roccatti.

25 ottobre 2019
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