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Aifa. Gimbe a Speranza: “Più trasparenza per la nomina del nuovo Direttore generale” 


In occasione della prossima nomina del nuovo Dg dell’Agenzia del Farmaco, la Fondazione chiede al Ministro di “rendere pubblici sia il profilo delle competenze, sia le procedure e i criteri di valutazione per la scelta di un plenipotenziario che deve garantire la governance del farmaco tra innovazione, etica e sostenibilità”. Gimbe invita poi a prendere atto che, “dopo 15 anni, è opportuno avviare una discussione più ampia per modificare il regolamento su organizzazione e funzionamento dell'Aifa, inclusi i criteri di nomina del direttore generale”.

29 OTT - “Il direttore generale dell’AIFA gestisce la maggior quantità di risorse in sanità, sia perché il mercato dei farmaci in Italia vale più di € 29 miliardi, di cui oltre € 22 di spesa pubblica, sia perché il Regolamento sull'organizzazione ed il funzionamento dell'AIFA (DM 245/2004) fa del direttore generale una figura plenipotenziaria che oltre al ruolo di legale rappresentante mantiene tutti i poteri di gestione e direzione delle attività”. È quanto afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE commentando la decisione del Ministro della Salute, Roberto Speranza di pubblicare un avviso pubblico per la manifestazione di interesse per l’incarico di direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Un atto con cui il Ministro ha fatto valere lo spoil system e che porterà alla sostituzione di Luca Li Bassi entro il prossimo 9 dicembre. Modalità che ricalcano quelle inaugurate dall’ex Ministra Giulia Grillo che pubblicò analogo avviso per sostituire l’allora direttore Mario Melazzini.
 
Se la normativa prevede che sia il Ministro della Sanità a nominare il direttore generale dell’AIFA, «”rispetto alla nomina fiduciaria – puntualizza Cartabellotta – l’avviso pubblico di manifestazione di interesse lanciato da Giulia Grillo è stato un primo passo verso la trasparenza, anche se la successiva procedura di selezione è stata assolutamente opaca”. Infatti, prima della selezione è stato pubblicato solo il numero di richieste pervenute (93) e solo dopo la nomina di Luca Li Bassi sono stati resi noti i 3 esperti che hanno selezionato la rosa dei candidati più adatti al ruolo. Al contrario, i metodi con cui gli esperti hanno valutato i curricula e le motivazioni della decisione della Ministra Grillo di proporre Li Bassi alla Conferenza delle Regioni e Province autonome sono rimasti nell’ombra.
 
“Peraltro, a fronte dell’enorme complessità dell’AIFA – continua Cartabellotta – i requisiti richiesti per ricoprirne il ruolo di direttore generale sono troppo generici e non è mai stato definito un profilo di competenze specifiche». Infatti, l’art. 10 del DM 245/2004 indica criteri talmente minimalisti da lasciare massima discrezionalità nella scelta: diploma di laurea specialistica e, molto genericamente, “qualificata e documentata competenza ed esperienza sia sul piano tecnico-scientifico nel settore dei farmaci, sia in materia gestionale e manageriale”.
 
“Un minimalismo -prosegue – che stride, ad esempio, con l’ultima calldella Commissione Europea per la nomina del direttore esecutivo della European Medicines Agency (EMA), che include una descrizione molto analitica delle competenze richieste: dall’esperienza in funzione dirigenziale alle conoscenze tecniche, dalle capacità di comunicazione e negoziazione ai requisiti formali, sino ai criteri di indipendenza e conflitto di interessi. Ma soprattutto descrive minuziosamente il processo che porta alla selezione dei candidati e quindi alla nomina del direttore esecutivo da parte della Commissione Europea”.
 
“Considerate le enormi criticità nella governance della spesa farmaceutica – precisa Cartabellotta – la delicata gestione dei rapporti con l’industria, l’indifferibile revisione del prontuario, l’esigenza di conciliare sostenibilità e innovazione, l’insolita “doppia veste” di agenzia regolatoria e di health technology assessment, la necessità di rilanciare l’informazione indipendente sui farmaci e di potenziare la ricerca indipendente, è indubbio che la selezione del direttore generale dell’AIFA debba avvenire su basi meritocratiche in assenza di conflitti di interesse. Ecco perché sarebbe opportuno rendere pubblici, prima della nomina, sia una descrizione analitica delle competenze richieste, sia le procedure e i criteri di valutazione che porteranno il Ministro alla scelta fiduciaria di una figura che nel 2018 ha gestito oltre € 22 miliardi di spesa pubblica”.
 
“Certi che il Ministro Speranza – conclude Cartabellotta – sceglierà la figura più idonea, la Fondazione GIMBE da un lato chiede di rendere il processo di nomina più esplicito e trasparente, dall’altro rileva che il DM 245/2004 ha ormai fatto il suo tempo. Dopo 15 anni è dunque necessario avviare una discussione più ampia sulla necessità di modificarlo, in particolare rispetto alle modalità di conferimento dell’incarico di direttore generale, sia perché il ruolo dell’AIFA è profondamente mutato, sia perché la riforma degli enti vigilati è nell’agenda del nuovo Patto per la Salute”.

29 ottobre 2019
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