Assunzione nel settore pubblico dei quasi diecimila lavoratori impegnati attualmente nel 'privato', riconversione delle strutture dismesse in Residenze Sanitarie Assistite, reinternalizzazione dei servizi riabilitativi. Queste, in sintesi, le proposte della Cgil per superare l'impasse che sta caratterizzando l'attività dei circa 150 centri di riabilitazione della Campania.
“Ieri – sottolinea il segretario generale regionale della Funzione Pubblica Cgil, Alfredo Garzi – gran parte dei centri sono rimasti chiusi per l'intera giornata senza alcun preavviso creando un inevitabile disagio all'utenza. L'ennesima contesa tra struttura commissariale ed associazioni datoriali è un film già visto da lavoratori e cittadini”.
“Gli addetti della riabilitazione – gli fa eco il commissario della Cgil Campania, Giuseppe Spadaro – sono ancora una volta sotto ricatto, così come accade ogni qualvolta si raggiunge il tetto di spesa”.
Secondo i dati riferiti dalla Cgil, il 98% dei Centri di riabilitazione campani attualmente sono ‘privati’. “Evidenti, quindi, le conseguenze per i cittadini, costretti già dal prossimo mese di settembre a pagare le prestazioni, che saranno insostenibili se la situazione non si sblocca positivamente”.
“Ad oltre un anno dall'insediamento della giunta regionale, al di là dei proclami – secondo la Cgil – il bilancio è pessimo. Le associazioni datoriali annunciano il possibile taglio di un migliaio di posti di lavoro nel comparto, molte le procedure di mobilità già avviate e le liste di attesa sono sempre più lunghe”.
“Non staremo a guardare – concludono Garzi e Spadaro – la mobilitazione è già partita e non abbasseremo la guardia fin quando non arriveranno risposte concrete dalla Regione e dagli imprenditori”.