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De Palma (Nursing Up): “Introdurre norma che imponga dotazioni minime di personale per l’erogazione dei servizi” 


“Se il Governo tiene davvero alla crescita del nostro sistema sanitario nazionale deve gioco forza darsi una mossa, poiché carenza di infermieri significa di fatto qualità dell’assistenza scadente ed aumento del pericolo per la sicurezza delle cure” ha dichiarato il Presidente del sindacato

05 MAR -

“Occorre una norma che preveda una riduzione parametrata delle attività e dei servizi in relazione alla grave e irrisolta carenza di personale, laddove esistono strutture sanitarie che non sono in grado di garantire una qualità idonea e sufficiente sicurezza al cittadino “.

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

“In questo momento storico – prosegue De Palma – l’amara evidenza legata alla grave carenza di infermieri, da noi denunciata con cifre che oscillano dalle 175mila alle 220mila unità, ci racconta più che mai di una sanità che rischia di colare a picco, a causa della disorganizzazione delle strutture ospedaliere. A farla da padrone sono anche i numeri preoccupanti sulle concrete conseguenze psico-fisiche che tale disorganizzazione genera sui nostri operatori sanitari e che soprattutto raccontano di una triste e drammatica quotidianità.

Se il Governo tiene davvero alla crescita del nostro sistema sanitario nazionale deve gioco forza darsi una mossa, poiché carenza di infermieri significa di fatto qualità dell’assistenza scadente ed aumento del pericolo per la sicurezza delle cure. E allora bisognerebbe riflettere sull’introduzione di una norma che in qualche modo, così come già avviene per le strutture private che chiedono l’accreditamento con il SSN, imponga a regioni ed aziende sanitarie, il possesso di dotazioni minime di personale come conditio sine qua non per l’erogazione dei servizi che intendono mettere a disposizione dell’utenza”.

Anche i numeri confermano questa necessità. Secondo la recente indagine del Crea Sanità, ricorda il sindacato, Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria, hanno livelli di performance inferiori addirittura al 32 per cento rispetto agli standard richiesti. In sostanza la valutazione divide in due l’Italia

“I cittadini come reagiscono a tutto questo? Non fanno che perdere fiducia nel sistema sanitario pubblico, è legittimo. Chi se lo può permettere sceglie le cure private, ma non sono poche le famiglie che, pur non navigando nell’oro, si svenano economicamente o addirittura scelgono di non curarsi affatto”, continua De Palma.

Sempre indagini nazionali rivelano che il 79% del campione dei cittadini è preoccupato da una sempre più grave carenza di infermieri, professionisti competenti, disposti a lavorare duramente e rispettosi dei pazienti”, che per l’81% di persone intervistate sono operatori oberati dal lavoro e per il 71% anche sottopagati. “Allora dove stiamo andando davvero? Possibile che la politica decida di non far nulla per frenare questo treno in corsa senza conducente?”, conclude ancora De Palma.



05 marzo 2024
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