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Comparto Sanità. “Lo stallo sul rinnovo del contratto penalizza in primis i lavoratori che gli aumenti non li vedono nelle buste paga”. Intervista a Naddeo (Aran)

di Luciano Fassari

Il presidente dell’Agenzia commenta la nuova fumata nera di ieri sulla trattativa per il rinnovo del contratto del Comparto Sanità: “Come abbiamo già avuto modo di affermare lo spazio per nuove risorse non c’è”. E ancora: “Ho preso atto della volontà dei sindacati contrari all’accordo e quindi mi pare inutile a questo punto una nuova convocazione”. E sul futuro: “Potrebbe esserci un’erogazione unilaterale delle risorse ma senza firme saltano tutte le novità normative”

21 FEB -

“Ognuno ha sostanzialmente riaffermato le sue posizioni. Ho preso atto della volontà dei sindacati contrari all’accordo e quindi mi pare inutile a questo punto una nuova convocazione”. Commenta così il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo l’esito negativo dell’incontro di ieri per il rinnovo del contratto 2022-2024 del Comparto Sanità che chiarisce: “Questo stallo penalizza in primis i lavoratori che gli aumenti non li vedono nelle buste paga nonostante il Governo abbia stanziato le risorse”. E sui fondi precisa: “Si potrà dire che non sono sufficienti, come sostengono i sindacati che non vogliono firmare, ma per me non sono pochi. Parliamo di un aumento medio di 350 euro al mese”.

Presidente, insomma anche ieri nulla di fatto sul rinnovo del contratto del Comparto Sanità. Se lo aspettava?
Onestamente sì, ne ero consapevole così come il Ministro Zangrillo che non avremmo chiuso il contratto.

E allora perché avete convocato i sindacati?
A mio avviso c’erano delle cose che andavano riaffermate, c’era poi la volontà di sapere se le posizioni dei sindacati erano cambiate. E poi sentivo la necessità, dopo il burrascoso stop della trattativa dello scorso gennaio, di riprendere le fila del dialogo con toni più consoni.

E il clima ieri com’è stato?

Come le dicevo era un modo anche per tastare se ci fossero margini per riaprire la trattativa. Devo dire che il clima è stato buono. Ognuno ha però sostanzialmente riaffermato le sue posizioni.

Il problema principale, stando alle dichiarazioni di Cgil, Uil e Nursing Up sono le risorse che sono carenti. Ci sono margini?
Come abbiamo già avuto modo di affermare ieri nella nostra nota stampa lo spazio per nuove risorse non c’è. Il Ministro Zangrillo ha chiaramente fatto capire che i fondi per i due trienni contrattuali del Comparto Sanità (2022-2024 e 2025-2027) sono quelli (3,7 mld). Si potrà dire che non sono sufficienti come sostengono i sindacati che non vogliono firmare ma per me non sono poche. Parliamo di un aumento medio di 350 euro al mese.

Ora che succede?
Non so a questo punto cosa succederà. Il Ministro ha dichiarato che le risorse vanno spese e se il contratto non venisse firmato potrebbe esserci un’erogazione unilaterale per via legislativa. Ma sono ipotesi e la scelta è del Governo. Certo sarebbe un vero fallimento della contrattazione. A prescindere da questo vorrei ricordare che tutte le novità (vedi allegato) normative che avevamo introdotto non entreranno però in vigore senza la firma sul contratto.

Che tempi prevede?
Non ho la sfera di cristallo. Ho preso atto della volontà dei sindacati contrari all’accordo e quindi mi pare inutile a questo punto una nuova convocazione. Certamente il fatto che a breve ci saranno le elezioni per le Rsu non aiuta. Ma visto come si sono messe le cose non credo che dopo la tornata elettorale sindacale il clima possa essere diverso. Mi faccia dire però che questo stallo penalizza in primis i lavoratori che gli aumenti non li vedono nelle buste paga nonostante il Governo abbia stanziato le risorse.

Senta un’ultima cosa. Cosa succede per le indennità di Pronto soccorso dopo il caso sollevato dal Lazio?
Mi ha sorpreso la richiesta di un parere anche perché la legge e poi l’atto di indirizzo delle regioni, sono chiarissime: prevedono la ripartizione delle risorse tramite il CCNL 2022-2024 e noi l’abbiamo inserita in una tabella della bozza di contratto. In ogni caso come Agenzia siamo tenuti per legge a rispondere come abbiamo fatto chiarendo che questa materia è di natura contrattuale. Poi ognuno si assume le sue responsabilità.

Luciano Fassari



21 febbraio 2025
© Riproduzione riservata

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