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Riforma medici di famiglia. Schillaci: “Aspetto proposta da Regioni”. Rocca: “Serve accelerazione da Lamborghini”


L'ipotesi di riforma e la possibile rivoluzione per la medicina del territorio con il passaggio dei medici di famiglia all'interno del Servizio sanitario nazionale come dipendenti - in ottica dell'avvio a pieno regime delle Case e degli Ospedali di comunità previsti dal Pnrr - è in una fase di stallo

14 MAR - La riforma della medicina generale, che tanto ha fatto parlare nelle scorse settimane soprattutto sulla possibile rivoluzione per la medicina del territorio con il passaggio dei medici di famiglia all'interno del Servizio sanitario nazionale come dipendenti - in ottica dell'avvio a pieno regime delle Case e degli Ospedali di comunità previsti dal Pnrr - è in una fase di stallo. “Aspettiamo la proposta delle Regioni”, ha detto all'Adnkronos Salute il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine dell'evento a Roma per i 300 anni dell'antico ospedale San Gallicano, dove Schillaci siede proprio accanto al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Chissà che non possa esserci un confronto proprio sui cardini della riforma.

Ad esempio, il numero di ore che i medici dovrebbero passare nelle Case di comunità: uno dei punti di contrasto con il sindacato di categoria. Ma sul tavolo ci sono anche altri passaggi, come il futuro della formazione dei medici di base e la possibilità che i solo i nuovi specialisti diventino dipendenti del Ssn. Sulla riforma della medicina generale “serve una accelerazione da Lamborghini”, conferma Rocca nel suo intervento all'evento. “Oggi gli studi dei medici di famiglia sono aperti 15 ore a settimana, 3 ore al giorno, e sono chiusi nel weekend - ha evidenziato Rocca - Noi abbiamo gli anziani e i fragili che dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina non hanno un riferimento. Con il Covid occorre prendere appuntamento per andare dal medico. Una riforma è imprescindibile - ha ribadito il presidente - per dare una risposta ai cittadini che hanno solo come alternativa i pronto soccorso. Altrimenti la rabbia si scarica sui professionisti, lo vediamo soprattutto nel fine settima con il picco di accessi nei pronto soccorso”.

14 marzo 2025
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