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Veneto. Parte coinvolgimento delle farmacie su aderenza terapeutica. “È il primo progetto in Italia”. Intervista al presidente di Federfarma Alberto Fontanesi

di Endrius Salvalaggio

Il progetto coinvolgerà 4.300 farmacisti nella gestione dei pazienti cronici affetti dalle seguenti patologie: diabete e BPCO. Soddisfatto il presidente del sindacato: “È un progetto che andrà a migliorare l’aderenza alla cura dei pazienti e nello stesso tempo a produrre un evidente risparmio per il sistema sanitario. Questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. È il primo progetto a livello nazionale che fungerà certamente da apripista per altre importanti progettualità”.

01 DIC - Oggi inizierà ufficialmente il coinvolgimento delle farmacie venete per migliorare l’aderenza alla terapia del paziente cronico. Un percorso che coinvolgerà i circa 4.300 farmacisti presenti sul territorio e che saranno coinvolti per il momento nella gestione dei pazienti cronici affetti dalle seguenti patologie: diabete e BPCO (una malattia dell’apparato respiratorio).
 
Alberto Fontanesi, presidente di Federfarma Veneto, è entusiasta dell’iniziativa perché potrà migliorare l’aderenza alla cura e portare risparmio al sistema sanitario
 
Presidente Fontanesi, oggi inizia il progetto che vi ha affidato la Regione sull'aderenza ai pazienti cronici. Che aspettative vi siete dati e in che tempi?
Abbiamo importanti aspettative perché è un progetto che andrà a migliorare l’aderenza alla cura dei pazienti e nello stesso tempo a produrre un evidente risparmio per il sistema sanitario. Questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. È il primo progetto a livello nazionale che fungerà certamente da apripista per altre importanti progettualità. Riguarderà circa 4300 farmacisti che operano nelle farmacie presenti sul territorio che hanno aderito a questa iniziativa e, si stima, saranno coinvolti circa 60.000 pazienti cronici delle seguenti patologie: diabete e BPCO.  Il primo dicembre segna un passaggio storico fortemente voluto dalla Regione Veneto e da Federfarma Veneto. È  un progetto importante non solo per i pazienti e le farmacie ma per il sistema sanitario regionale nel suo complesso. Si tratta di una collaborazione, ma io preferisco chiamarla un fare squadra tra pubblico e privato che può dare risultati importanti. Diventiamo il luogo dove il paziente può trovare una prima risposta alle proprie esigenze di salute. Le farmacie sono già pronte per avviare questo percorso perché nei mesi scorsi abbiamo avviato un corposo piano di formazione validato dalle competenti autorità sanitarie regionali.  Nella realizzazione di questo progetto sarà, inoltre, fondamentale la collaborazione con il medico che rappresenta per noi il punto di riferimento.  Ci tengo a ricordare, infine, che questo progetto è stato sperimentato in altri Paese europei, con risultati positivi nell’ottimizzazione delle risorse per la sostenibilità e l’universalità del SSN. Infatti le istituzioni europee hanno sempre consigliato di coinvolgere le farmacie nelle progettualità volte a migliorare l’aderenza alla cura del paziente cronico.
 
Che strumenti userete per intercettare i pazienti?
Nel pieno rispetto della privacy il sistema sanitario regionale che gestisce la ricetta elettronica ci segnalerà i pazienti non aderenti alla terapia che contatteremo direttamente per sondare la disponibilità a cercare di migliorare l’approccio alle cure. Perciò il nostro sarà un intervento mirato e che mette al centro il paziente. In questo processo la capillarità delle farmacie è già una garanzia per riuscire ad intercettare tutti i pazienti anche nelle zone più remote. Sono convinto, però, che questo è un servizio che troverà larga diffusione perché risponde ad una precisa istanza dei pazienti che sempre più necessitano di una assistenza personalizzata.
 
Di quanto sarà il risparmio che la Regione si aspetta e di quanto potrebbe essere la minor ospedalizzazione in termini percentuali?
Questo progetto può far risparmiare alla sanità veneta, secondo recenti stime nazionali, tra  i 300 ed i 400 milioni. E se applicato a livello nazionale i risparmi per i contribuenti possono raggiungere circa 4 miliardi di euro. Con il miglioramento dell’aderenza alla terapia prescritta dal medico si eviteranno patologie connesse e conseguenti ospedalizzazioni, che rappresentano un costo per il sistema sanitario che poi pesa sui contribuenti. Naturalmente i dati andranno verificati una volta che il progetto sarà avviato completamente perché non è mai semplice fare delle stime. Non dobbiamo, però, soffermarci sui numeri. E credo che un elemento da mettere in evidenza al di là degli aspetti economici e anche quello del beneficio che viene assicurato al paziente. Questa rivoluzione voluta dalla Regione del Veneto in sinergia con Federfarma è un modello che articola i suoi benefici sotto molteplici punti di vista economico, sanitario e anche sociale perché impattiamo positivamente sulla qualità della vita dei pazienti.
 
Endrius Salvalaggio

01 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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