Coronavirus. Gli ortopedici: “Tutelare anche gli operatori della sanità privata”
Il sindacato Nuova Ascoti evidenzia come “i problemi che gli operatori sanitari della cosiddetta sanità privata sono gli stessi di tutti colleghi. C’è bisogno di essere tutelati nel corretto esercizio della propria disciplina”.
27 MAR - “Oggi c’è un grande sforzo dietro quelle statistiche che richiamano progressioni e sottolineano decrementi storici di una sanità ‘privata privata’, una sanità religiosa, accreditata e non accreditata. Oggi noi dobbiamo guardare agli ortopedici, come donne e uomini disponibili al lavoro, chiamati, non dalla proprietà di turno, ma dallo Stato, dal bisogno variegato di questa nazione lunga e diversa. Diversa anche nei rapporti sfortunati con questo virus. La sanità tutta, oggi, sta dimostrando di non avere aggettivi per distinguerla, ma solo cuore e braccia per andare al fronte”. E’ quanto scrive in una lettera aperta
Michele Saccomanno, presidente del sindacato degli ortopedici Nuova Ascoti, che aggiunge:
“I problemi che gli operatori sanitari della cosiddetta sanità privata sono gli stessi di tutti colleghi. C’è bisogno di essere tutelati nel corretto esercizio della propria disciplina. Se impegnati in altri campi, chiedono di non pagare domani più di altri, non avendo nemmeno tutte le tutele dei colleghi dirigenti pubblici. Dove sono chiamati a prestare la loro opera devono essere formalmente manlevati dalla possibilità di trovarsi esposti davanti a un giudice per essere stati disponibili. Solo per dolo si potrà rimanere coinvolti, ma non per aver ottemperato a qualsivoglia chiamata”.
“Non potranno e non dovranno trovarsi dinnanzi a rivalse che, oltre il rischio odierno, attentino anche ai loro risparmi e a quelli delle loro famiglie. Ortopedici e medici, tutti generosi e disponibili, ma lo Stato sia riconoscente, non patrigno. In questa missione, come tutti, non devono essere messi in condizione di rischiare perché non protetti. Devono proteggere se stessi, le loro famiglie e non diventare untori per gli altri pazienti”, sottolinea Saccomanno.
“In questi giorni parliamo solo di questo, poi domani si studi la crescita sanitaria in Italia dagli Anni Novanta ad oggi e se ne traggano le conseguenze organizzative. Oggi gettiamo tutti il cuore oltre l’ostacolo. Con la gratitudine di chi non può partecipare in corsia, questa Associazione offre a tutti gli ortopedici italiani il proprio sostegno e la propria disponibilità amministrativa sindacale”, conclude la nota.
27 marzo 2020
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