Burnout. Fnomceo chiede riconoscimento di lavoro usurante per emergenza e territorio

Burnout. Fnomceo chiede riconoscimento di lavoro usurante per emergenza e territorio

Burnout. Fnomceo chiede riconoscimento di lavoro usurante per emergenza e territorio
La salute dei medici è sempre più compromessa da turni massacranti, stress elevato e responsabilità continue. La Fnomceo chiede con urgenza il riconoscimento del lavoro usurante per i medici di emergenza e territorio, richiesta avvalorata dalla sentenza della Cassazione che impone alle aziende massima tutela del benessere psico-fisico. L'OMS conferma: burnout e violenza sui sanitari sono ormai una crisi della sicurezza sanitaria

La salute dei medici è sempre più compromessa, soprattutto per quelli che operano nell’ambito delle emergenze sanitarie e nelle attività territoriali, come anche per i medici di famiglia e i pediatri, il rischio maggiore è rappresentato dal lavoro usurante per i turni massacranti, lo stress elevato e le responsabilità continue.

Ricordando a tal proposito il medico di famiglia di 38 anni, Maddalena Carta, recentemente deceduta in servizio per un malore improvviso nel suo studio, evento ampiamente discusso come caso di “super lavoro” dovuto al sovraccarico di pazienti, la FNOMCeO, senza mezzi termini, ha rilanciato, ancora una volta, la questione del lavoro usurante da riconoscere assolutamente anche per i medici. Lo ha fatto in un contesto di alto livello, nel corso del tavolo di lavoro sul benessere mentale, la disconnessione e lo stress lavoro correlato organizzato a margine degli Stati Generali Salute e Sicurezza sul Lavoro, alla Camera dei Deputati dalla Commissione di Inchiesta Parlamentare sulle condizioni del lavoro pubblico e privato presieduta dalla onorevole Chiara Gribaudo.

“Con gli Stati Generali SSL abbiamo l’opportunita’ di dimostrare che le istituzioni sanno ascoltare, dialogare e decidere insieme. Non sprechiamola, ha precisato, tra l’altro, la Presidente Gribaudo, perche’ la salute sul lavoro non e’ solo fisica, anzi lo stress, il burnout, i rischi psicosociali sono oggi emergenze forse non abbastanza riconosciute.

Il vero obiettivo, ha aggiunto, e’ che queste giornate non siano l’ennesimo convegno, ma l’inizio di un cambiamento reale. Come ha detto il Presidente Mattarella nel messaggio che ho avuto l’onore di leggere, occorre una ‘alleanza per la sicurezza sui luoghi di lavoro'”.

Si tratta di rischi psicosociali, assolutamente non prevedibili che alterano il benessere mentale collegati ad una progettazione, organizzazione e gestione carenti, nonché ad un contesto sociale del lavoro inadeguato, e possono determinare esiti psicologici, fisici e sociali negativi, per i quali occorre elevata attenzione da parte non solo dei datori di lavoro ma anche dei decisori politici.

E’ significativa, a tal proposito, la sentenza del 7 ottobre scorso della Corte di Cassazione che conferma e rafforza questo principio, imponendo alle aziende un livello di diligenza massimo nella protezione del benessere psico-fisico dei propri dipendenti, stabilendo che, se un dipendente muore (nel caso specifico un medico colto da infarto del miocardio) per cause legate allo stress sul lavoro, l’azienda deve provare di aver fatto tutto il possibile per evitarlo. Una sentenza storica, che cambia le regole del gioco nella tutela della salute dei lavoratori. Il messaggio è chiaro: tutelare la salute dei lavoratori non è più solo un obbligo contrattuale, ma un imperativo che affonda le radici nei valori fondamentali della nostra democrazia.

Per l’OMS, in un comunicato del 10 ottobre 2025, affrontare la crisi che vive la sanità in Europa, significa agire subito su sette fronti: tolleranza zero per la violenza, turni più prevedibili, gestione equa degli straordinari, riduzione dei carichi di lavoro, formazione dei leader, supporto psicologico e monitoraggio costante del benessere del personale. “Con una carenza stimata di quasi un milione di operatori entro il 2030 – sostiene Hans Kluge, direttore regionale per l’OMS/Europa, – non possiamo permetterci di perderli per burnout o disperazione. Il loro benessere è il fondamento stesso della sicurezza dei pazienti”.

Di fronte ad un quadro con toni decisamente drammatici non è più possibile, nel nostro Paese, il differimento del riconoscimento del lavoro dei medici impegnati nei settori delle emergenza, come lavoro usurante, al pari degli altri lavoratori e professionisti, elencati nel d.lgs. 67 del 21 aprile 2011.

Ecco perché la Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei medici ed odontoiatri, e non pochi sindacati di categoria chiedono il riconoscimento della condizione di “lavoro usurante”, essendo presenti tutti i presupposti specificati nella normativa vigente come “lavoro per cui è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti con misure idonee” sovrapponibile, appunto a quello svolto dai medici in servizio nei settori dell’emergenza sanitaria..

Sino ad oggi il problema non ha trovato altra soluzione che quella prevista nel decreto così detto “ Bollette ”, in Gazzetta Ufficiale n.76 del 30 marzo 2023, con cui al personale sanitario dell’emergenza, che rientra integralmente nel sistema del calcolo contributivo, cioè al lavoro del 1996, è stato riconosciuto, ai fini del trattamento dell’importo pensionistico, un riferimento dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo ad un’età anagrafica maggiorata di due mesi per ogni anno di attività svolta nei servizi di urgenza, nel limite massimo di 24 mesi.

Dai risultati della più ampia indagine mai condotta in Europa sul benessere mentale del personale sanitario (MeND), realizzata qualche mese fa dall’OMS/Europa su oltre 90mila operatori di 29 Paesi, emerge, tra le cause che generano il rischio psico sociale, la presenza di fattori come violenza, orari massacranti e contratti precari. Il direttore generale OMS in Europa Hans Kluge sentenzia: “È una crisi della sicurezza sanitaria”.

Si ritiene che un approccio preventivo, olistico e sistematico alla gestione dei rischi psicosociali sia il più efficace. L’Indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER) dell’EU-OSHA analizza come vengono percepiti e gestiti i rischi psicosociali tra le imprese europee, individuando i principali fattori trainanti, gli ostacoli e le esigenze di sostegno. L’indagine mostra che i rischi psicosociali sono ritenuti più impegnativi e difficili da gestire rispetto ai rischi «tradizionali» della SSL. Da un’ulteriore analisi emerge che, in particolare, le micro e piccole imprese tendono a sottovalutare i rischi psicosociali e spesso non dispongono di misure preventive adeguate. In tutte le imprese e in tutti gli Stati membri è necessario sensibilizzare e fornire semplici strumenti pratici su base settoriale per gestire i rischi psicosociali lavoro-correlati.

“Occorre avviare al più presto per i medici che lavorano in prima linea – ha ribadito Filippo Anelli, Presidente Fnomceo – le procedure per il riconoscimento del loro lavoro come usurante in quanto, sussisterebbero gli elementi indicati nella tabella A della legge 374/1993 tra cui, appunto il Personale addetto ai reparti di pronto soccorso, rianimazione, chirurgia d’urgenza che ha definito per prima le caratteristiche di queste attività lavorative che richiedono un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti con misure idonee.

Un passo del genere sarebbe interpretato come un segnale positivo per il personale sanitario appartenente ai predetti servizi, dell’attenzione e legittimazione che le istituzioni manifesterebbero nei loro confronti, ha aggiunto Anelli, consapevole dei disagi che stanno vivendo i pronto soccorso ed i servizi di emergenza-urgenza in queste ore”.

La Corte di Cassazione, in una sentenza del 2022 ha definito il lavoro usurante come quello che: 1) induce uno sfruttamento anormale, eccessivo, sproporzionato, doloroso delle energie residue; 2) provoca l’instaurarsi di uno stato patologico o l’aggravarsi di uno stato patologico preesistente; 3) determina un grave pregiudizio della residua efficienza fisica; 4) logora l’organismo. Tutte situazioni queste riscontrabili nel comparto sanità.

Domenico Della Porta
Referente Salute e Sicurezza sul Lavoro della FNOMCeO

Domenico Della Porta

23 Ottobre 2025

© Riproduzione riservata

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