La Simeg, la sezione della Sigm (Sindacato Italiano Giovani Medici) predisposta alla Medicina Generale, prende le distanze dal Presidente Fnomceo Filippo Anelli rispetto a quanto aveva dichiarato sul futuro della formazione in medicina generale dopo l'incontro sulla carenza dei medici al Ministero della Salute. Anelli aveva sottolineato la necessità, prevista dalla legge, "della riduzione per un tempo massimo di un anno il corso di formazione specifica della Medicina Generale" attraverso "le attività professionalizzanti presso studi attrezzati". Una misura che se applicata, per Anelli determinerebbe "una diminuzione del costo della formazione stessa e permettendo così di aumentare il numero delle borse".
Ma la Simeg non ci sta, e "ritiene queste parole anacronistiche e non appropriate rispetto alle criticità attuali e alle prospettive future relative ai temi della “Carenza di Medici Specialisti e di Medicina Generale” e della “Formazione Post – Lauream”.
“Ribadiamo quanto espresso dalla nostra Associazione – spiegano in una nota dalla Simeg – nel documento che abbiamo presentato in occasione dell’incontro tenutosi in data 30 agosto 2018 presso il Ministero della Salute In particolare, riguardo la Medicina Generale, auspichiamo: la valorizzazione formativa ed economica del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale; l’evoluzione accademica dell’attuale Corso di Fsmg con l’istituzione di una Scuola di Specializzazione in Medicina Generale, di Comunità e Cure Primarie”.
“Ne consegue – prosegono i Giovani Medici di Medicina Generale – che la proposta avanzata dal Presidente Anelli riguardo la riduzione “per un tempo massimo di un anno del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale” non possa rispondere in maniera adeguata alla carenza dei Medici di Medicina Generale che sembra prospettarsi. Riteniamo, piuttosto, che la questione relativa alla carenza di Medici Specialisti e di Medicina Generale debba essere affrontata attraverso un’attenta programmazione che tenga conto del fabbisogno reale e che non vada a scapito della qualità della formazione, che costituisce un aspetto imprescindibile per la crescita e la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale e che risulterebbe seriamente inficiata dalla riduzione degli anni in cui è strutturato il Corso di Fsmg”.
“La carenza di personale prospettata – concludono i giovani Mmg – è soggetta a forte variabilità regionale e deve essere oggetto di una lucida pianificazione piuttosto che di soluzioni tampone provvisorie e non risolutive. I compiti del Medico di Medicina Generale richiedono un’adeguata formazione e lo sviluppo di competenze che comprendono: corretta gestione delle cronicità; organizzazione dei servizi territoriali; individuazione dei bisogni di salute; comunicazione e counseling. Tali competenze devono essere acquisite in virtù di un percorso professionalizzante guidato da tutor esperti. Pertanto, riteniamo necessario implementare la qualità del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale piuttosto che ridurne la durata, al fine di sviluppare pienamente le potenzialità della nostra branca per il bene del Servizio Sanitario Nazionale”.