Furbetti del cartellino, due medici del 118 in manette

Furbetti del cartellino, due medici del 118 in manette

Furbetti del cartellino, due medici del 118 in manette
Per due medici del 118 siciliano, in servizio nella postazione di Letojanni, sono scattate le manette. Sono stati arrestati con l’accusa di interruzione di pubblico servizio, assenteismo e frode. Lo Smi prende immediatamente le distanze dal comportamento dei due furbetti, sottolineando che accanto a loro c’è un esercito di medici e operatori sanitari onesti.

Varcano la soglia del proprio posto di lavoro, timbrano il tesserino di presenza e poi oltrepassano la stessa porta da dove sono entrati, in senso opposto. In altre parole, vanno via: a casa, al bar, in palestra o a fare la spesa. Ovunque, ma non a lavorare. È questo il comportamento tipico dei cosiddetti furbetti del cartellino che ora non mancano nemmeno nei reparti d’emergenza. Due medici del 118 siciliano, in servizio nella postazione di Letojanni, sono stati arrestati con l’accusa di interruzione di pubblico servizio, assenteismo e frode.

Immediato l’intervento della Segreteria Regionale del Sindacato Medici Italiani Sicilia che condanna il comportamento dei due accusati: “non solo mettono a rischio la salute pubblica – hanno scritto in una nota – ma offendono l'intera categoria e, in particolare, i medici stessi”. Lo Smi, pur confidando nell'opera degli inquirenti, non può che prendere le distanze dall’episodio ricordando che accanto a questi furbetti ci sono “migliaia di professionisti seri che si dedicano al lavoro, anche in condizioni estreme, che operano, tutti i giorni, nelle emergenze sul territorio”.

Intanto, aspettando che la giustizia faccia il suo corso e che vengano appurate le reali responsabilità, il sindacato di categoria annuncia che per gli eventuali colpevoli non ci saranno sconti. Saranno presi tutti i provvedimenti necessari a salvaguardia della professionalità e onestà degli operatori sanitari del settore.

“Il 118 e tutto il sistema emergenza nel suo complesso – ha concluso lo Smi – è già in condizioni di perenne precarietà, e ha bisogno, ora più che mai, di supporto e sostegno, non di scandali”.
 

14 Febbraio 2017

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