In un momento storico in cui il Servizio sanitario nazionale è sottoposto a crescenti pressioni finanziarie e organizzative, Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), ha lanciato un appello forte e articolato: “La prevenzione è la maniera migliore per rendere sostenibile il servizio sanitario nazionale, e in questo senso le vaccinazioni rappresentano la massima espressione della prevenzione”.
Secondo Mandelli, non basta puntare sui trattamenti e sull’assistenza secondaria: è indispensabile coinvolgere direttamente la popolazione in percorsi informativi che rendano consapevole l’importanza della vaccinazione, al fine di ridurre i casi acuti che gravano tanto sui pazienti quanto sui costi del sistema sanitario. Il presidente Fofi sottolinea che medici e farmacisti hanno doveri reali (“obbligo reale”) nel promuovere e accompagnare queste campagne di sensibilizzazione.
L’obiettivo dichiarato è che iniziative vaccinali – ad esempio quelle contro il pneumococco, il Covid, l’influenza o l’HPV – non restino meri slogan, ma diventino vere campagne territoriali. In questo senso, Mandelli sostiene che la sinergia tra professionisti sanitari è cruciale: “ogni successo … passa da una sinergia delle figure professionali come medici, infermieri, farmacisti e tutte le altre professioni sanitarie”.
Per dimostrare che il concetto non è teorico, Mandelli cita l’esperimento positivo condotto da due Agenzie di Tutela della Salute (ATS) della Lombardia, che hanno permesso la somministrazione di vaccini in farmacia, in ambienti sicuri, da farmacisti professionisti. Questa modalità, sostiene il presidente Fofi, risulta “di gran lunga un’opzione vantaggiosa” per i cittadini, che possono recarsi in farmacia conoscendo la professionalità del personale e la sicurezza del contesto.
In coerenza con questo approccio, la Regione Lombardia sta lavorando a una delibera che istituzionalizza l’erogazione di vaccini – non solo per l’influenza e il Covid, ma anche per il pneumococco e l’HPV – attraverso le farmacie. Mandelli la definisce “un grande vantaggio per i cittadini lombardi”, capace di migliorare le coperture vaccinali, tutelare il paziente e “tenere i conti della Regione in ordine”.
In parallelo, il decreto semplificazioni in fase di esame al Senato includerà disposizioni per ampliare l’“utilizzazione della farmacia di servizi” come punto vaccinale. E Mandelli auspica che nella prossima legge di bilancio si sancisca il passaggio definitivo da regime sperimentale a regime stabile per le farmacie dei servizi, dato che “dopo tutti questi anni di sperimentazione si debba passare alla messa a regime”.
Uno dei pilastri del ragionamento del presidente Fofi è che non basta la sperimentazione: è ora di rendere sistemico il modello della farmacia dei servizi, superando lo status di eccezione. Durante la pandemia, infatti, secondo Mandelli la sanità territoriale ha mostrato tutte le sue debolezze, e le farmacie sono rimaste “l’unico avamposto di salute sul territorio”.
Con la messa a regime della farmacia dei servizi, sostiene, si potrà consolidare un sistema sanitario più robusto e capillare, capace di dare risposte nell’immediato alle esigenze locali dei cittadini.
L’intervento di Mandelli è un invito concreto alle istituzioni, alle regioni e ai professionisti sanitari a investire su un modello che, a suo avviso, non è più rimandabile. Le vaccinazioni in farmacia, la de-burocratizzazione, la formazione continua dei farmacisti e il consolidamento del regime ordinario per i servizi distribuiti nella comunità sono tutte tappe che, secondo il presidente Fofi, possono rappresentare un ulteriore rafforzamento del Ssn.
Resta da vedere in che misura le amministrazioni regionali, il Parlamento e le strutture sanitarie locali raccoglieranno questa sfida. Se la politica sanitaria vorrà dare gambe a queste idee, l’Italia potrebbe disegnare un nuovo equilibrio territoriale in sanità — con le farmacie al centro della prevenzione.