“Il farmacista è diventato il protagonista della sanità di prossimità”. Con questa dichiarazione a TgCom24, Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), ha sintetizzato la trasformazione epocale di una professione sempre più cruciale, soprattutto in un contesto di carenza di medici di famiglia. Nel corso dell’intervista, Mandelli ha delineato i contorni di questo nuovo ruolo, toccando anche il tema spinoso del rinnovo contrattuale e dei prossimi scioperi.
Da dispensatore a protagonista
“La farmacia è sempre di più un servizio vicino al cittadino”, ha affermato Mandelli, spiegando come la figura del farmacista sia radicalmente mutata. “Il farmacista rimane un dispensatore di farmaci, rimane un preparatore… ma è diventato il protagonista della sanità anche perché dopo la pandemia abbiamo capito quanto dobbiamo rafforzare proprio la prossimità”. Una trasformazione che è già parte integrante della formazione: “Siamo già al terz’anno dei corsi di laurea che prevederanno un farmacista formato più proprio sulle tematiche della farmacia di servizi”.
Il nuovo farmacista è quindi proiettato a offrire servizi come vaccinazioni, elettrocardiogrammi e misurazioni della pressione, con l’obiettivo di “diminuire di molto le liste d’attesa” e fare “esami di prima istanza” per aiutare i cittadini a orientarsi nel sistema sanitario.
Il nodo contrattuale: la richiesta di un’area sanitaria
Questa evoluzione professionale, però, si scontra con una realtà contrattuale che non la riconosce appieno. Con uno sciopero dei farmacisti previsto a novembre, Mandelli ha precisato il ruolo della Fofi: “La federazione degli ordini per legge… non è parte in causa del rinnovo del contratto”. Tuttavia, l’ente non è rimasto a guardare. “Noi non ci siamo tirati indietro, abbiamo fatto delle proposte concrete”.
La proposta chiave è “quella del passaggio del nostro contratto in un’area sanitaria”. Una richiesta che va oltre la questione puramente economica. “Che possa consentire quindi un riconoscimento non solo da un punto di vista economico ma anche da un punto di vista proprio di attribuzioni sanitarie”, ha spiegato il Presidente. Per facilitare il dialogo, la Fofi ha chiesto incontri con i sindacati, con un obiettivo chiaro: “Trovare una soluzione soprattutto per i miei colleghi non titolari ma anche per i cittadini”.
Un presidio contro il disagio giovanile
Oltre ai servizi clinici, la farmacia si sta attrezzando per affrontare nuove emergenze sociali, come l’abuso di farmaci tra i giovani. “Purtroppo l’abuso dei nostri giovani di sostanze psicotrope, di tranquillanti è diventato un problema reale per il paese”, ha avvertito Mandelli. Per questo, accanto alla collaborazione con le forze dell’ordine, “spesso nelle farmacie italiane potete trovare una consulenza con uno psicologo proprio per avere il primo passaggio” verso la risoluzione del problema.
In un Paese che “fa pochi figli e ha molti anziani”, ha concluso Mandelli, il potenziamento di un presidio capillare e di prossimità come la farmacia non è più solo un’opportunità, ma una necessità. A patto che il suo nuovo ruolo di “protagonista” sia finalmente riconosciuto anche a livello contrattuale.