Etica, innovazione e tutela: sono le tre parole chiave che raccontano la direzione in cui si muove oggi la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot). Il congresso 2025, in corso a Roma, ha riunito oltre duemila specialisti per discutere le sfide della medicina del futuro, dall’intelligenza artificiale ai comportamenti sui social network, fino alla sicurezza dei professionisti e dei pazienti. Tra i temi più rilevanti, le nuove linee guida sulla comunicazione digitale, pensate per aiutare i medici a utilizzare i social media in modo etico e professionale, evitando derive mediatiche e tutelando la dignità del rapporto medico-paziente: “È un tema che ci sta molto a cuore, perché la comunicazione oggi passa anche attraverso i social, con il rischio di spettacolarizzazioni e disinformazione – spiega il presidente della Siot, Pietro Simone Randelli -. Occorre che gli ortopedici evitino di prestarsi a questi meccanismi, mantenendo sempre un atteggiamento rispettoso verso i pazienti e verso la comunità scientifica”.
Un confronto internazionale per un’ortopedia sempre più globale
Oltre alla riflessione etica e alla formazione, il congresso si è aperto al confronto internazionale, ospitando esperti provenienti da tutto il mondo. “Abbiamo avuto come ospiti d’onore il presidente eletto della American Academy of Orthopaedic Surgeons (AAOS), il professor Annunziato Amendola, il Presidente di SICOT International Society of Orthopaedic Surgery and Traumatology, il professor Vikas Khanduja, il presidente della Indian Society of Hip and Knee Surgeons (ISHKS), il dottor H.P.C. Khincha, e il presidente della Austrian Society of Orthopaedics Surgery (OGO), il professor Reinhard Windhager, che ha tenuto una lectio magistralis di grande rilievo – racconta Randelli –. Tutti provenienti da Paesi con altissimi volumi di attività: hanno condiviso esperienze e strategie che ci permettono di migliorare la qualità delle cure anche in Italia”. Un dialogo globale che non si limita allo scambio accademico, ma si traduce in una concreta condivisione di tecnologie e approcci terapeutici. L’innovazione, infatti, è oggi il filo conduttore che unisce le esperienze dei diversi Paesi e spinge l’ortopedia verso un futuro sempre più digitale e personalizzato. È in questo contesto che trovano spazio le nuove frontiere della chirurgia robotica, destinate potenziare e rinnovare la pratica clinica quotidiana.
La chirurgia robotica: una rivoluzione che cresce
Tra i temi più innovativi discussi al congresso, grande spazio è stato dedicato alla chirurgia robotica, destinata a cambiare in profondità la pratica ortopedica. “La chirurgia robotica e robot-assistita del ginocchio sta vivendo un momento di grande maturità – spiega Nicolas Reboud, DePuy Synthes Lead Italy, intervenuto durante i lavori –. È una trasformazione che porta benefici a tutti gli attori coinvolti: pazienti, chirurghi e sistema sanitario”. Secondo Reboud, i vantaggi per i pazienti sono già evidenti: “I primi dati mostrano una riduzione significativa del dolore post-operatorio e un minor utilizzo di oppioidi e antidolorifici. Anche il recupero funzionale migliora, con un aumento della flessibilità del ginocchio di circa il 25% rispetto alle tecniche tradizionali”. I benefici si estendono anche ai chirurghi, che grazie alla tecnologia robotica possono pianificare e realizzare l’intervento con una precisione impensabile fino a pochi anni fa. “La chirurgia robotica – continua Reboud – permette di eseguire esattamente ciò che il chirurgo ha progettato nella fase preoperatoria, migliorando la precisione delle resezioni ossee e l’allineamento delle componenti protesiche. Questo si traduce in un migliore bilanciamento e stabilità del ginocchio, con risultati più prevedibili e duraturi”. Ma l’impatto positivo riguarda anche l’organizzazione sanitaria: “La standardizzazione degli interventi – aggiunge Reboud – aumenta l’efficienza complessiva, riduce i tempi di degenza e i costi, migliorando la sostenibilità del sistema. Dai primi dati emerge una riduzione del 20% della durata media dei ricoveri per interventi di protesi di ginocchio”. Reboud crede fortemente che “la chirurgia robotica assistita porti valore a tutto il sistema di cura, migliorando la qualità clinica, la sostenibilità e l’esperienza del paziente”.
Etica, sicurezza e tutela: il lato umano dell’ortopedia
Accanto all’innovazione tecnologica, la Siot ha posto l’accento sulla tutela del personale sanitario e sulla prevenzione della violenza e delle liti in corsia. Un tema quanto mai attuale, che richiama il valore umano della cura e la necessità di ambienti di lavoro sicuri e rispettosi. “Il nostro impegno – sottolinea Randelli – è valorizzare il ruolo dell’ortopedico non solo come tecnico, ma come professionista che opera in un contesto sociale complesso, dove la comunicazione e il rispetto reciproco sono parte integrante della qualità della cura”. Tra le novità del congresso, la formazione degli ortopedici per riconoscere e proteggere i pazienti vittime di violenza domestica. “Stiamo facendo cultura – spiega Randelli – per aiutare i medici a individuare i segni clinici di violenza e a creare canali di collaborazione con le autorità e i servizi sociali. L’obiettivo è evitare che i casi intercettati nei pronto soccorso si trasformino in tragedie”. Da questa consapevolezza nasce la Campagna nazionale promossa dalla Commissione Pari Opportunità della SIOT, che punta a formare i traumatologi su tutto il territorio. Ogni anno, in Italia, una parte significativa dei traumi apparentemente accidentali nasconde episodi di violenza domestica: tuttavia solo una piccola percentuale di pazienti con lesioni sospette riceve domande mirate o un reale accompagnamento e sostegno. Per questo la SIOT promuove la diffusione di materiali informativi nei pronto soccorso e la sensibilizzazione dei professionisti, perché – come ricorda Randelli – “le fratture parlano, e riconoscerle in tempo può salvare una vita”. Con questa iniziativa, la società scientifica ribadisce il proprio impegno a costruire un’ortopedia capace di unire innovazione, responsabilità e attenzione alla persona. Un congresso, quello del 2025, che conferma la vocazione etica e internazionale della SIOT e traccia una direzione chiara: un futuro in cui la tecnologia e l’umanità camminano insieme per migliorare la qualità della cura.
Isabella Faggiano