Salute LGBTQIA+: pregiudizi e stereotipi ancora diffusi frenano prevenzione e adesione alle cure
Da Club Professioni Sanitarie il corso ECM per superare le barriere e garantire un’assistenza equa e inclusiva
In occasione del Pride Month, Club Professioni Sanitarie propone un corso ECM da 6.0 crediti, pensato per formare i professionisti sanitari su un tema centrale per l’equità delle cure: garantire un’assistenza consapevole, rispettosa e inclusiva alle persone LGBTQIA+. Una comunità che, ancora oggi, si scontra con barriere nell’accesso alle cure, scarsa adesione ai percorsi di prevenzione e controllo, oltre al timore di subire discriminazioni.
In Italia, come in molti altri Paesi, le persone LGBTQIA+ continuano a incontrare ostacoli nell’accesso alle cure e nella possibilità di ricevere un’assistenza medica realmente informata e libera da pregiudizi. Secondo recenti dati di ILGA Europe e del Rapporto FRA (Fundamental Rights Agency), la comunità manifesta livelli più bassi di fiducia nel sistema sanitario rispetto alla popolazione generale, spesso a causa di esperienze di discriminazione o del timore di subire giudizi da parte del personale sanitario.
A ciò si somma una scarsa adesione ai programmi di prevenzione e screening, come rilevato anche da un’indagine pubblicata su The Lancet Public Health: le barriere culturali e la mancanza di formazione specifica dei sanitari possono ritardare diagnosi precoci, con impatti negativi sulla salute mentale e fisica. Non va inoltre sottovalutato il cosiddetto “stress da minoranza”, documentato dall’Istituto Superiore di Sanità, che contribuisce ad aumentare ansia, depressione e disagio emotivo.
Assistenza sanitaria alla comunità LGBTQIA+, il problema esiste e resiste: barriere ancora presenti e ostacoli difficili da superare
Nonostante le linee guida nazionali e internazionali promuovano una sanità inclusiva, nella pratica clinica quotidiana permangono criticità legate alla preparazione specifica del personale e alla capacità di rispondere con sensibilità alle esigenze della comunità LGBTQIA+.
“La discriminazione in ambito sanitario purtroppo esiste ancora e dipende in gran parte dalla carenza di formazione specifica del personale – spiega Niutta –. Esistono linee guida elaborate anche dall’Osservatorio per la medicina di genere dell’Istituto Superiore di Sanità, ma il problema è che queste indicazioni spesso non raggiungono i professionisti in modo efficace”. Il rischio è quello di un paradosso: le buone pratiche sono note, ma non vengono diffuse o applicate con continuità, lasciando spazio a situazioni di disparità e incomprensione verso le persone LGBTQIA+, a partire – sottolinea Niutta – “dal semplice fatto di non essere riconosciuti per ciò che si è”.
Una carenza che genera insicurezza e sfiducia nei pazienti. “Si tende a etichettare senza comprendere davvero il percorso personale di chi affronta certe difficoltà – prosegue – e questo può rendere complicato non solo sottoporsi alle visite, ma anche aderire ai controlli e alle cure. Tutto ciò aumenta il malessere e allontana dalle terapie, con conseguenze sulla salute generale”.
Il valore di una comunicazione davvero inclusiva Un elemento spesso sottovalutato riguarda il modo in cui si comunica con il paziente, cruciale per creare fiducia ed empatia durante le visite. “Le esigenze specifiche – spiega Niutta – possono essere semplici, come il desiderio di essere chiamati con il nome scelto. Una persona che intraprende un percorso di transizione, ad esempio, può chiedere di essere chiamata Luisa. Ma capita che il personale sanitario usi il nome anagrafico, generando disagio e senso di esclusione”.
Un gesto apparentemente banale, ma decisivo per il benessere e l’efficacia della relazione di cura: “Chiamare le persone come desiderano – chiarisce la psicologa – ed evitare espressioni cariche di pregiudizio è fondamentale. Anche porre domande in modo neutro, come ‘hai un partner?’ invece di ‘hai un marito o una moglie?’, contribuisce a rendere l’ambiente più accogliente e rispettoso”.
Il corso ECM di Club Professioni Sanitarie: formazione concreta per un’assistenza sanitaria davvero inclusiva Superare barriere culturali, evitare approcci inadeguati, offrire cure efficaci e personalizzate: sono questi gli obiettivi del corso ECM “Comunità LGBTQIA+: competenze e approcci di inclusione e assistenza”, accreditato con 6.0 crediti ECM. Un percorso formativo indispensabile per medici di medicina generale, infermieri, psicologi, ostetriche e specialisti, che vogliono acquisire strumenti aggiornati per garantire un’assistenza empatica, consapevole e rispettosa della diversità.
Il corso affronta con taglio multidisciplinare le principali criticità della pratica clinica: dalla comunicazione inclusiva all’accoglienza senza pregiudizi, dalle specificità di salute sessuale e riproduttiva alle problematiche psicosociali legate allo stress da minoranza, fino ai riferimenti fondamentali di deontologia, etica e legislazione vigente.
L’obiettivo è fornire strumenti pratici per superare stereotipi inconsapevoli, migliorare la relazione medico-paziente e garantire cure sicure, accessibili e non discriminatorie. Ampio spazio è dedicato anche agli aspetti relazionali e di umanizzazione delle cure, indispensabili per creare un clima di fiducia, evitando atteggiamenti o linguaggi che possano generare disagio o allontanare i pazienti dai percorsi di prevenzione e trattamento.
Perché scegliere questo corso ECM La proposta formativa di Club Professioni Sanitarie rappresenta un’opportunità preziosa per tutti i professionisti della salute che vogliono aggiornarsi su un tema fondamentale ma ancora poco trattato nella pratica quotidiana. Grazie a un approccio completo e multidisciplinare, il corso consente di approfondire gli aspetti normativi, deontologici ed etici legati all’assistenza della comunità LGBTQIA+, ma anche di acquisire competenze utili per migliorare la comunicazione empatica e utilizzare un linguaggio realmente inclusivo con i pazienti.
Particolare attenzione è dedicata alle specificità cliniche e psicosociali, con strumenti pratici per garantire una presa in carico competente, rispettosa e libera da stereotipi.Scopri ora i vantaggi di Club Professioni Sanitarie e trasforma la formazione in una risorsa concreta per costruire una sanità più inclusiva, accogliente e rispettosa delle diversità.
La Conferenza delle Regioni ha approvato il Piano strategico nazionale che definisce linee guida, strumenti operativi e cronoprogramma per l’attuazione del DPCM 28 febbraio 2025, il provvedimento che ha istituito...
Per nove italiani su dieci la scienza è motore del progresso e la stessa percentuale ha fiducia nella scienza medica. L’81% si fida del proprio medico di famiglia, l’87% pensa...
“Le Case di Comunità non possono essere un vestito a taglia unica: ciascun territorio ha esigenze e caratteristiche che richiedono interventi ad hoc”. È uno dei passaggi sottolineati dal segretario...
FIALS esprime piena soddisfazione per la risposta ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla richiesta di chiarimenti avanzata dall’Agenzia delle Entrate: l’imposta sostitutiva del 5%, prevista dalla legge n....