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Lazio. Nuovo ambulatorio al Gemelli contro la dipendenza psicologica da cannabis

La struttura è rivolta a giovani e adulti, per i quali il consumo di questa sostanza rappresenta un problema fuori controllo ed è stata inserita nell’attività clinica del Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze. Il coordinatore del nuovo ambulatorio,  Federico Tonioni, spiega: "L'utilizzo intenso e costante indica un disagio preesistente più profondo".

18 MAR - “La cannabis è una sostanza che, soprattutto in adolescenza, si colloca sul confine tra normalità e patologia. È necessario lavorare su questo confine per mettere meglio in luce gli elementi predittivi e i segnali precoci di una tossicodipendenza, che può strutturarsi definitivamente in età adulta”. E’ l’allarme lanciato dallo psichiatra Federico Tonioni che coordinerà il nuovo Ambulatorio dedicato alla dipendenza psicologica da cannabis appena attivato presso il Policlinico Gemelli di Roma.

La struttura è rivolta a giovani e adulti, per i quali il consumo di questa sostanza rappresenta un problema fuori controllo ed è stata inserita nell’attività clinica del Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze. Per accedervi basterà prenotare una visita telefonando, da lunedì a venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 14.00, al numero 06 30154122. La terapia si avvarrà di colloqui individuali, riabilitazione di gruppo ed eventuale supporto farmacologico.

La cannabis è la droga più utilizzata in Italia. Secondo il World Drug Report delle Nazioni Unite l'ha sperimentata il 14,6 per cento della popolazione di età compresa fra i 15 e i 64 anni, ma la percentuale sale molto fra gli adolescenti dove, secondo la relazione annuale 2013 e il primo semestre 2014 del Dipartimento politiche antidroga ha una prevalenza che si attesta su valori superiori al 20% (consumo negli ultimi 12 mesi), registrando un incremento di 1,9 punti percentuali nel primo semestre del 2014.

 “L’uso intenso e costante della cannabis negli adolescenti – spiega Tonioni - indica un disagio preesistente più profondo e possibili conseguenze che vanno dal ritiro sociale, sintomi depressivi e spunti psicotici, oltre a una diminuzione della capacità di concentrazione che può incidere sulle performance scolastiche. Intervenire tempestivamente significa prevenire la realizzazione di questi rischi”. Ma anche l’uso saltuario o ricreativo della cannabis non è certo senza conseguenze. “In questo caso i rischi sono correlati all’assunzione concomitante di altre sostanze – aggiunge lo psichiatra - e, quindi, alla perdita dello stato di orientamento e di vigilanza, con maggiore probabilità di provocare incidenti e attivare comportamenti impulsivi, Soprattutto se mischiata ad alcool e anfetamine”.

Spesso il consumo di cannabis viene considerata una sorta di iniziazione all’uso di sostanze stupefacenti, una sorta di primo passo di una scalata verso il consumo di altre e più pericolose droghe come la cocaina. “Anzitutto va considerato che hashish e maryuana non sono percepite dai ragazzi come stupefacenti e questi sembrano farne un uso sempre più leggero – considera Tonioni - È senz’altro vero che nonostante il principio attivo di queste sostanze sia aumentato, intensificando gli effetti e probabilmente le conseguenze a lungo termine, le droghe leggere restano diverse da quelle pesanti, perché non provocano una dipendenza fisica manifesta e perché, soprattutto tra gli adolescenti, sanciscono spesso più un rito di passaggio, che una vera e propria condizione patologica”.

Lo spinello ‘pesante’ esiste in parallelo alla possibilità che un giovane ne faccia un uso intenso e costante, rinunciando a pensare ed entrando sempre meno in relazione con gli altri. “Sono questi i casi in cui il passaggio a sostanze chimicamente più potenti – conclude Tonioni - diventa quasi un’evoluzione inevitabile ed evidenzia come sia l’uso, o meglio, lo scopo che si propone a essere ‘pesante’, prima ancora della potenza del principio attivo”.
 

18 marzo 2015
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