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Precari. Le circolari Madia al policlinico Umberto I di Roma restano lettera morta

31 GEN - Gentile Direttore,
non vogliamo entrare nel merito del “è giusto o non è giusto”, ma sta di fatto che le due Circolari (n. 3/2017 e n. 1/2018) del ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione aprono lo scenario ad una nuova opportunità di stabilizzazione del personale precario “storico” del Servizio Sanitario Nazionale.

È ormai assodato che tali Circolari, nonché la legge n. 205 del 27 dicembre 2017, sostituendo le parole “tecnico-professionale e infermieristico del Servizio Sanitario Nazionale” con “dirigenziale e no, di cui al comma 10”, estendono l’applicabilità dell’art. 20 del D.Lgs. n. 75 del 2017 anche a tutto il personale dirigenziale e no del Ssn che ne possieda i requisiti.

Come letto su diversi articoli, alcuni pubblicati anche sulla sua rivista, ci sono dei contesti nei quali i sindacati hanno già avuto degli incontri con le amministrazioni per definire i percorsi e gli ambiti di applicazione di queste nuove normative. Ci riferiamo ad esempio al caso del Cnr, ma lo stesso non è ancora avvenuto per ciò che concerne la dirigenza medica delle Asl del Ssn.

Non solo, sembra che ci sia una sorta di resistenza nel voler accettare e comprendere questi nuovi scenari ed opportunità ed addirittura c’è chi sostiene fermamente che per noi dirigenti medici del Ssn queste nuove regole non valgono!

Questo, ad esempio, avviene nell’Azienda presso la quale, ormai da decenni, svolgiamo la nostra attività professionale precaria. Infatti i nostri amministratori sono arroccati su concetti e leggi ormai superati dalla nuova normativa e si fanno scudo dietro parole quali “concorsi” e “budget”. A questo punto ci domandiamo come mai ci sono i soldi per fare i concorsi e non per le assunzioni dirette? Assumere personale che ha già sostenuto e superato prove concorsuali non dovrebbe costare meno e far risparmiare Aziende e Regioni? Se i soldi non ci sono, cosa si fanno a fare i concorsi? A chi fa comodo tutto questo?

Non siamo contro le procedure di stabilizzazione del personale atipico, anzi, chiediamo e sollecitiamo l’indizione dei bandi con quote riservate per il personale che da anni svolge il proprio lavoro nel SSN e che non ha maturato i “requisiti” secondo le sopracitate norme, ma ci preme sottolineare come, stabilizzando coloro che i requisiti li hanno, si diminuirebbe notevolmente la percentuale di posti da bandire e riservare per le procedure concorsuali stesse.

Infine la stabilizzazione secondo i dettami delle Circolari andrebbe a risolvere un gravissimo problema di illegalità che le PA stanno ormai perpetrando da anni ricorrendo a contratti del tutto illegittimi ma fondamentali al fine di garantire i Lea e l’assistenza ai cittadini ed eviterebbe il ricorso a denunce, con conseguenti esborsi molto onerosi per le casse malandate delle stesse PA, come già avvenuto in passato con le ormai famose sentenze a favore del personale precario atipico.

Un’ultima considerazione: se le cose sono rimaste così com’erano, perché perdere tempo ed emanare due Circolari (ed un D.Lgs.) nel giro di poco più di un mese?

Coordinamento precari atipici Policlinico Umberto I - Roma

31 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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